(ch.di.) Sono ore calde per capire che sorte avrà il ritorno a scuola. Molti istituti di goni ordine e grado sono aperti già il 7 gennaio, altri aprirebbero il 10. Ma il picco di contagi che si registra in Italia e a Rieti mette sulla bilancia altre variabili che indubbiamente mettono a rischio la ripresa. Sì, c’è la paura per i contagi e per uno stop immediatamente dopo il ritorno in classe tra quarantene e stop collegati, ma c’è anche la questione che molti giovanissimi in età scolare, in particolare 5-11 anni, si stanno vaccinando ora e con uno “fermo” per un contatto o una positività rischiano di far saltare il richiamo (previsto dopo una ventina di giorni). Ieri ci siamo lasciati col sindaco Antonio Cicchetti (leggi) in contatto con Asl e Prefettura, al lavoro per capire se firmare un’ordinanza almeno per elementari e medie, le scuole, cioè, con la fascia d’età ultimamente più colpita perché percentualmente meno vaccinata (la campagna è iniziata da poco).
In attesa di capire se ci sarà una decisione che riguardi tutti, almeno in città, c’è chi si è mosso spontaneamente. Su suggerimento dei genitori, lo scorso 29 dicembre in consiglio d’Istituto alla Minervini Sisti si è deciso di ripartire in presenza ma con alcune classi – 9 della primaria e 12 delle medie – in dad. Nell’istituto guidato da Mara Galli la decisione è stata presa democraticamente e in collaborazione tra famiglie e scuola. Alla base c’è l’intenzione dei genitori di non lasciare i figli senza lezioni ma soprattutto di vedere cosa succederà a poco più di una settimana dal Capodanno, nel momento in cui i contagi sembrano avvicinarsi al picco senza averlo ancora superato. Un temporeggiare che intanto farà capire il trend.
Nel frattempo l’assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato rinvia al Governo le decisioni sulla scuola chiedendo “una procedura chiara con elementi di pragmatismo e di saggezza. Dobbiamo essere consapevoli che questa riapertura avviene” in un momento “di trend in crescita dell’incidenza che vedrà nelle prossime due settimane un picco. Ecco bisogna avere consapevolezza di questo: si sta tornando a scuola in un momento di crescita della pandemia. Il governo ha tutti gli strumenti tecnici per prendere una decisione saggia e ponderata e noi ci atterremo a quello che verrà deciso”. E oggi il Premier Mario Draghi ha incontrato il ministro della Salute, Roberto Speranza, il responsabile dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, e il commissario all’emergenza Covid, Francesco Paolo Figliuolo. Dal vertice è emerso che l’apertura del 10 gennaio non è in discussione. Nella vicina Umbria, intanto, una ordinanza del governatore Tesei ha disposto la riapertura al 10 gennaio. Stesso provvedimento in realtà molto più piccole di Rieti, come Tolentino (nel maceratese, 15mila abitanti e boom di contagi). Nel Lazio ancora nessuna decisione, così come Rieti.
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