Vanno dal 50% al 150% i rincari per gli agricoltori. Un’impennata dei prezzi che si ripercuote a cascata sui bilanci delle imprese agricole strozzate dagli aumenti, che non sono minimamente compensati da prezzi di vendita adeguati. Si va dal 50% in più per l’acquisto del gasolio necessario alle attività agricole, come l’estirpatura, la rullatura, la semina e la concimazione, fino alle materie prime, l’alimentazione del bestiame, il riscaldamento delle serre per la produzione di ortaggi e fiori. L’impennata del costo del gas, utilizzato nel processo di produzione dei fertilizzanti, ha fatto schizzare verso l’alto i prezzi dei concimi, con l’urea passata da 350 euro a 850 euro a tonnellata (+143%), il fosfato biammonico Dap raddoppiato (+100%) da 350 a 700 euro a tonnellata, mentre prodotti di estrazione come il perfosfato minerale registrano +65%.
L’appello è lanciato da Coldiretti Lazio, che annuncia denunce contro le pratiche sleali per tutelare i lavoratori. “L’attenzione su questo tema è sempre stata massima da parte nostra – spiega il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri – e continuerà ad essere tale anche su tutte le conseguenze che questi rincari dei prezzi comportano. Siamo pronti a presentare denunce contro chi cerca di approfittare di questa situazione di emergenza, che sta mettendo in ginocchio le nostre aziende agricole, con pratiche sleali. Abbiamo il dovere di tutelare il lavoro dei nostri agricoltori e la dignità delle imprese agricole, davanti a quella che è a tutti gli effetti una nuova forma di capolarato”.
Pratiche illegali anche alla luce della nuova normativa entrata in vigore con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale il 15 dicembre del decreto legislativo della Direttiva Ue sulle pratiche commerciali sleali. Un intervento fortemente voluto e sollecitato da Coldiretti. Sul sito istituzionale del Ministero delle Politiche agricole è stata appositamente attivata la pagina “Pratiche sleali”, con le indicazioni e le istruzioni per presentare segnalazioni di abusi e azioni scorrette, sia tra imprese che in materia di commercializzazione dei prodotti agricoli.
“Uno strumento che blocca le speculazioni sul cibo – aggiunge Granieri – che sfruttano e sottopagano gli agricoltori. E questo non è accettabile. Le nostre aziende stanno affrontando un momento delicato e difficile in cui alle conseguenze dell’emergenza sanitaria si aggiungono i pesanti rincari dei costi per le materie prime. Quello che serve, inoltre, è una maggiore responsabilità da parte dell’intera filiera alimentare, con accordi tra agricoltura, industria e distribuzione per garantire una più equa ripartizione del valore è salvare aziende agricole e stalle”.
Non si sottraggono ai rincari anche i fertilizzanti a base di azoto, fosforo e potassio che subiscono anch’essi una forte impennata (+60%). Il rincaro dell’energia – continua la Coldiretti – si abbatte poi sui costi di produzione come quello per gli imballaggi, dalla plastica per i vasetti dei fiori all’acciaio per i barattoli, dal vetro per i vasetti fino al legno per i pallet da trasporti e alla carta per le etichette dei prodotti che incidono su diverse filiere, dalle confezioni di latte, alle bottiglie per olio, succhi e passate, alle retine per gli agrumi ai barattoli smaltati per i legumi. Costi esorbitanti anche per l’essiccazione dei foraggi, delle macchine agricole e dei pezzi di ricambio per i quali si stanno verificando addirittura preoccupanti ritardi nelle consegne.
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