“Come una stanza vuota”: ecco il nuovo libro di Frate Renzo Cocchi

“Come una stanza vuota”, la poesia ai tempi del coronavirus: è uscito il nuovo libro di Frate Renzo Cocchi. 52 anni appassionato di teatro e di narrazione, ha vissuto il lockdown nel convento dove vive a Poggio Bustone (Ri), ma dice “che non è stato un periodo totalmente negativo”. Ad esempio questo tempo gli ha permesso di leggersi dentro nella solitudine e di lasciar affiorare le sue riflessioni poetiche. Così è nato l’ultimo libro di frate Renzo che oggi racconta brevemente in un’intervista.

Frate Renzo, com’è nata l’idea di scrivere questo libro?

Il libro “Come una stanza vuota” è il frutto del periodo del lockdown, quando costretti a una solitudine forzata, dal cuore sono scaturite delle poesie, delle riflessioni e delle preghiere. Ci sono anche ritratti di personaggi evangelici, suggeriti da “volti” dipinti da Piero Casentini, che puntualmente ogni sera mi inviava tramite WhatsApp.

Cosa si prova a scrivere di sé?

Fissare sulla carta le proprie idee, sensazioni o emozioni, non è cosa semplice. In effetti ci si espone, ci si mette “a nudo” : non è semplice dare voce ai sentimenti che abitano il cuore. E allo stesso tempo attraverso la poesia si comunica e si condivide, permettendo agli altri di fare proprie le tue parole, donando ai tuoi versi una nuova vita.

Cos’è per te la poesia?

Cos’è per me la poesia? Prendo una descrizione che si trova in un mio breve racconto “Il Glicine e la ginestra”. “La poesia è il motore dell’animo: tutti inseguono un sogno anche se molti non hanno il coraggio di rincorrerlo fino in fondo, o di convincersi che ne abbisognano; i più si arrendono quasi subito mentre altri più tenaci, o semplicemente più ingenui, lo fanno prigioniero. Può nascere un mondo diverso se solo si ha il coraggio di osare, se soltanto non ci si fa uccidere dal cancro della superficialità”. Questa è la poesia.

Foto: RietiLife ©

Print Friendly, PDF & Email