Foto: Riccardo FABI ©
(ch.di.) “Lascio, nel rispetto della parola data. Quanti lo fanno? I miei obiettivi li ho raggiunti senza esser inseguito dai Carabinieri (la Giustizia, ndr) o dal popolo. Sostengo il mio vicesindaco alla conquista-riconquista del Comune”. Si commuove il sindaco di Rieti Antonio Cicchetti, le lacrime non riesce a trattenerle, mentre lancia la volata di Daniele Sinibaldi, candidato per il centrodestra alle Comunali 2022. Stamattina l’annuncio ufficiale in conferenza stampa a Palazzo Sanizi. Sala piena di curiosi e di esponenti locali, regionali e nazionali della destra di ogni ala.
Sessantanove anni, 50 dei quali passati tra i ranghi della politica di centrodestra locali e regionali, Cicchetti si prende un bagno di applausi lanciando il suo successore e ribadendo di voler lasciare: oltre un minuto di clap prima dell’intervento, quasi due alla fine. Quando con l’indice destro si asciuga un paio di lacrimoni, abbozza un sorriso e inventa una parola col suo vice per spezzare la tensione. In un certo senso finisce un’epoca.
“Arriva per tutti il momento di deporre le armi – ha detto Cicchetti nel suo intervento durante la presentazione della candidatura di Sinibaldi – Un percorso che avevo disegnato con largo anticipo. Credo fermamente che in Italia ci sia un problema di ringiovanimento della classe dirigente. Io ho mantenuto la parola. Il nostro bilancio, fustigato da eventi indipendenti dalla nostra volontà, è comunque positivo. Avevo tre obiettivi: riportare il centrodestra alla guida della città, compiere atti di governo in scienza e coscienza e collaudare una nuova classe di governo. Obiettivi raggiunti. Sarò al fianco del mio vicesindaco per la conquista o riconquista del Comune. Senza aver mercanteggiato alcunché, soddisfatto di quanto ho fatto, mai inseguito dai Carabinieri o dalla furia popolare. Auguro a Sinibaldi di vivere quello che ho vissuto io. Marciare come treni verso l’obiettivo” dice Antonio Cicchetti che dunque sosterrà Sinibaldi ma è pronto ad uscire di scena senza incarichi e piange alla fine del suo intervento, travolto da una standing ovation.