(di Federico Ducco – da RietiLife Free Press) Incubo (al momento scongiurato) nuove restrizioni sulle prossime feste di fine anno. Le maggiori preoccupazioni arrivano dagli operatori del comparto economico legato alle vendite al dettaglio dei negozi di prossimità, oltre a quello di bar, ristoranti, pizzerie e dei locali che somministrano cibo e bevande ai clienti. Un comparto che secondo la Fida-Federazione italiana dettaglianti alimentari di Rieti, non ha conosciuto stop anche durante il lockdown nel 2020, permettendo alle famiglie di trovare generi alimentari a portata di mano. Una situazione che ha visto crescere gli introiti della categoria (alimentari, pescherie, macellerie, frutterie, surgelati) con incrementi che hanno sfiorato punte del 50%. Crescita che si è ridotta nel 2021 con l’allentamento delle misure anti Covid e che hanno riportato il settore ai livelli pre-Covid con un +6% del fatturato rispetto al 2019.
Un rallentamento segnato anche dall’aumento sensibile dei costi delle materie prime (luce, gas, benzina), che hanno avuto ripercussioni immediate sui beni di prima necessità. A risentirne maggiormente il comparto della ristorazione e pubblici servizi in genere dopo il boom di questa estate grazie ai dehors allestiti ovunque per accogliere quanti più clienti possibile. Secondo la Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi) i problemi si sono ripresentati con l’arrivo dell’autunno perché “non tutti i clienti hanno il Green Pass e ad essere preferito è stato il cibo da asporto da mangiare a casa”. Quanto alla banchettistica per la Fipe “si è ancora lontani dai fatturati pre-pandemia perché nel frattempo si è ridotto il numero delle persone che partecipano alle cerimonie”. Sulle imminenti feste di fine anno tra le più redditizie economicamente per il settore, torna a gravare l’incognita dell’aumento dei contagi e l’incubo di nuove restrizioni. “Una situazione che nessuno può permettersi per il terzo Natale di fila” ribadiscono le associazioni di categoria.
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