“C’è un’alternativa ai sottopassi in città?”: la città si confronta. Raccolte 900 firme

Riceviamo e pubblichiamo la nota di resoconto dell’evento di ieri dal titolo “C’è un’alternativa ai sottopassi in città? Parliamone”. 

L’idea di eliminare i passaggi a livello sulla linea ferroviaria che viaggia dentro Rieti, progettando al loro posto dei sottopassi, sembra ormai fuori sincrono con l’attualità: è uno degli aspetti emersi dal convegno-dibattito che si è svolto ieri, 20 novembre 2021, presso la Sala dei Cordari, dal titolo: “C’è un’alternativa ai sottopassi in città? Parliamone“.

“Tutto quello che è accaduto pre-pandemia appartiene a un’era geologica fa. Il PNRR-Piano nazionale di ripresa e resilienza ha aperto una nuova stagione”, ha dichiarato il vicesindaco Daniele Sinibaldi, intervenuto nell’occasione.

Tuttavia, i tempi in cui dovrebbero essere presentati, discussi, approvati ed eseguiti i progetti finanziabili dai generosi fondi europei sono ristretti a soli 7 anni. “Rieti non ha progetti, ma solo idee, su cui però nessuno ha prodotto studi di fattibilità“, ha sostenuto Sinibaldi. Le proposte di RFI- Rete Ferroviaria Italiana al Comune di Rieti per le opere sostitutive dei passaggi a livello sarebbero pertanto l’unico appiglio progettuale cui fin qui il Comune si è aggrappato in assenza d’altro e – fino a tre anni fa – in assenza di fondi per fare altro.

Nel frattempo, però, le cose sono cambiate. E’ notizia di pochi giorni fa l’emendamento alla legge di bilancio, che prevede lo stanziamento di 40 milioni di euro finalizzato alla realizzazione di uno studio di fattibilità e alla progettazione della velocizzazione del tracciato ferroviario tra Roma e Ascoli Piceno e il collegamento tra Rieti e L’Aquila. Tali sviluppi, che interesseranno le infrastrutture ferroviarie a livello regionale e interregionale, non possono non essere presi in considerazione.

La convenzione sulla soppressione dei passaggi a livello siglata dal Comune di Rieti con RFI va in una direzione che rischia di essere superata dagli eventi. Gli organizzatori del convegno, promotori di una petizione che sta raccogliendo firme contro tale convenzione, ritengono che l’ordine dei fattori vada capovolto e che, in attesa di comprendere meglio quale sarà e di che mezzi potrà disporre il futuro ferroviario di Rieti, l’idea dei sottopassi debba essere per il momento accantonata.

Anche nell’ipotesi di voler potenziare l’attuale linea Rieti-Terni, infatti, sono molti gli aspetti che andrebbero valutati a monte. Tra questi: l’effettiva velocità dei futuri treni bimodali, e dunque gli effettivi tempi di percorrenza verso Roma; la collocazione della stazione (visto che il Comune stesso ne prevede un utilizzo da parte di migliaia di persone, in futuro); la possibilità di realizzare un polo logistico per l’intermodalità e il trasporto merci (dove?), etc. Sul fronte della città, vanno a loro volta valutati diversi fattori, primo tra tutti un preliminare Piano Urbano del Traffico (PUT). Come reso con efficacia da Carlo Ubertini, ex Assessore all’ambiente e alla mobilità: “Parlare di sottopassi senza avere prima un PUT, è come acquistare dei mobili per la casa, prima ancora di avere la casa!”.

La realizzazione di più sottopassi contemporaneamente stravolgerebbe l’assetto urbano, paralizzando la circolazione e distruggendo l’unico Viale storico della città – le cui epoche e modifiche nel corso del tempo sono state sapientemente ripercorse dalla Prof.ssa Ileana Tozzi, tra i relatori del convegno – e provocherebbe un danno consistente a 100 attività commerciali di prossimità, come denunciato da Leonardo Tosti, in veste di presidente ASCOM-Confcommercio Lazio Nord.

Inoltre, “Rieti non è una grande metropoli, non è New York – ha detto a sua volta Enza Bufacchi, direttrice di CNA Rieti – Pertanto va prestata attenzione alla scala su cui si rapportano gli interventi. Fare opere tutte uguali, in più posti di una città di medie dimensioni come la nostra, significa trasformare luoghi in non-luoghi”.

Del resto, il degrado urbano acuisce il senso di insicurezza da parte dei cittadini, come ben illustrato durante il convegno dal Tenente Colonnello dei Carabinieri in congedo Nazzareno Di Vittorio, esperto in tema di sicurezza e impegnato attivamente con associazioni di tutela del territorio. Tra gli elementi che favoriscono la qualità della vita in ambito urbano, l’esperto ha sottolineato l’importanza di incentivare gli spazi aperti, che facciano vedere alle persone cosa accade loro intorno. Per sua stessa natura, un sottopasso (pedonale, come vorrebbe realizzarsi in più incroci tra ferrovia e strade urbane di Rieti, incluso Viale Maraini) è proprio l’antitesi di questo criterio.

Per quanto riguarda il sottovia carrabile su Viale Maraini, nonostante l’amministrazione neghi siano state proposte delle ipotesi, un progetto a cura di RFI esiste già, con tanto di rilievi e di disegni tecnici, come illustrato nella dettagliata relazione dell’Ing. Luciano Pitoni. Ne emerge uno scavo di almeno 200 metri (con una pendenza del 10%), senza alcuna possibilità di attraversamenti pedonali, nonostante i diversi plessi scolastici che affacciano sul viale stesso. La strada diventerebbe a scorrimento veloce, con aumento della pericolosità per mezzi e pedoni.

In merito all’unica argomentazione pro-sottopasso che è stata fin qui portata all’attenzione del pubblico e cioè i (talora) lunghi tempi di attesa al passaggio a livello chiuso su Viale Maraini, la relazione dell’Ing. Pitoni ha mostrato che di soluzioni ne esistono diverse. La stessa RFI descrive alcune metodiche avanzate per tenere le sbarre abbassate solo per il tempo strettamente necessario al transito dei convogli o per rilevare la presenza di ingombri sui binari (sistema PAI – PL). Molti altri interventi, inoltre, possono effettuarsi, a costo zero o con dispendio assai contenuto: ad esempio, l’installazione di segnalazioni luminose circa l’imminente chiusura delle sbarre, onde agevolare il transito dei veicoli verso direzioni alternative. Un’altra soluzione potrebbe essere quella di spostare l’incrocio dei treni (operazione che richiede più di 10 minuti) a Contigliano o a Cittaducale.

Ciò detto, nessuno di coloro che si oppongono ai progetti ventilati da RFI è contrario alla ferrovia quale infrastruttura strategica per Rieti. Tutt’altro! Il vero appello che è emerso dal convegno, e che è stato ben rappresentato dalle accordate parole di Alvise Casciani (presidente Comitato Piana Reatina), Alberto Paolucci (Segretario UIL Rieti) e Augusto Giovannelli (già Sindaco di Rieti) è proprio quello rivolto alla politica, perché sappia affrontare le sfide logistiche per un rilancio della città. L’amministrazione viene sollecitata non solo a informare la cittadinanza e a fare della partecipazione popolare un punto di forza per le decisioni di rilievo collettivo; è chiamata anche a volare alto, confrontandosi con quelli che, se oggi possono sembrare dei sogni, potrebbero tradursi in realtà con uno sforzo congiunto delle migliori intelligenze della città, in sinergia con altri soggetti interessati a una futura ferrovia Rieti-Roma. “La politica è anche fantasia. I tempi sono cambiati. Occorre fare scelte coraggiose”, ha detto Casciani; “Dove andrà a collocarsi la futura stazione di Rieti? Basterebbe una variante di fine mandato, a costo zero, per spostarla a sud”, ha sottolineato da parte sua Paolucci; “Il fattore umano è decisivo. Servono teste all’altezza della situazione”, ha esortato Giovannelli.

Il convegno, assai partecipato, si è concluso con una serie di dichiarazioni, sia scritte (per chi non ha potuto presenziare, come il consigliere Andrea Sebastiani, il segretario PD città di Rieti Avv. Vincenzo Di Fazio, l’Ing. Alberto Fasciolo e il Vescovo Mons. Domenico Pompili) sia orali (tra cui l’intervento di Marco Giordani, di Sabina Radicale, sul quadro più ampio della transizione energetica e sulla necessità di coinvolgere la popolazione nelle decisioni, mediante idonei strumenti di consultazione).

Il dibattito su questi temi è appena all’inizio. Nel frattempo, la petizione popolare, che ha già raccolto circa 900 firme, prosegue a cura del Comitato Piana Reatina-Gruppo “Salviamo Viale Maraini” per chiedere al Comune di Rieti un cambio di indirizzo operativo sui progetti dei sottopassi in città.

Foto: Comitato Piana Reatina-Gruppo “Salviamo Viale Maraini” ©

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