Il 28esimo rapporto Ecosistema Urbano di Legambiente e Ambiente Italia mette sotto la lente d’ingrandimento il 2020, un anno travagliato dal Covid con lockdown, persone costrette in casa e traffico di auto molto ridimensionato a cui ha fatto seguito un lungo periodo di lavoro in smartworking, da casa. Il tutto avrebbe potuto far pensare ad un drastico picco a ribasso della situazione ambientale ma nelle 105 città capoluogo di provincia studiato, nonostante sia arrivato un crollo del trasporto pubblico locale (con un 48% medio in meno di passeggeri), la qualità dell’aria non è migliorata in modo particolarmente significativo. Certo, c’è un trend in diminuzione per i valori di polveri sottili, biossido di azoto e ozono, ma senza che ci sia stata una vera punta al ribasso. Tra gli aspetti positivi l’ulteriore incremento della raccolta differenziata (passata in media al 59,3 per cento, oltre un punto in più dell’anno prima, ma comunque abbastanza lontana dalla soglia del 65% a suo tempo fissata per il 2012) e la maggiore disponibilità di piste ciclabili: da 8,65 a 9,47 “metri equivalenti” ogni 100 abitanti.
Nella classifica, pubblicata da Il Sole 24 Ore Rieti si posiziona al 45esimo posto perdendo ben 7 posizioni rispetto all’anno precedente (quando si trovava al 38esimo), virtuosa quanto a polveri sottili, si posiziona al 2° posto, come lo è per l’ambito del verde urbano, anche qui sul podio classificandosi al 3° posto con 337,2 metri quadrati di verde urbano per abitante. Ultima, invece per impianti solari pubblici. Rieti si posiziona al 67° posto per rifiuti differenziati e al 36° per le piste ciclabili con 11,5 metri equivalenti ogni 100 abitanti. Nel rapporto annuale guida la classifica Trento, la città più virtuosa d’Italia, seguita da Regio Emilia e Mantova. In coda, invece, Brindisi, Catania e Palermo.
Foto: Gianluca Vannicelli ©