Foto: Riccardo FABI ©
(di Giacomo Pasquetti) Il Cimitero Multiconfessionale di Rieti, una rarità sul suolo italiano, ha celebrato oggi, 1 Novembre, il ventennale della sua apertura con una cerimonia a cui hanno partecipato le più importanti autorità del territorio: il Vescovo Domenico Pompili, il Prefetto Gennaro Capo, il Sindaco Antonio Cicchetti, il rappresentante della Comunità Ebraica Stefano Ridolfi, padre Horban Constantin della Chiesa Ortodossa Rumena in Italia, il segretario del Centro Islamico Redouane Abdellah, il console generale del Regno del Marocco Abdelhak Jnyiene e il Consigliere Mohamed El Kassimi.
Anche la cittadinanza ha preso parte ad un momento di preghiera e, negli intervalli, ad un reading poetico musicale di grande qualità, merito del coordinamento artistico dell’associazione Segnali di Fumo del prof. Fulvio Iampieri.
Tante personalità riunite per lanciare, nuovamente, un messaggio importante. Il Prefetto Gennaro Capo ha aperto il discorso: “Questa sezione del cimitero fu dedicata a persone di altre culture da quella cattolica. La convivenza fra più religioni significa pace, dialogo e confronto. Qualcosa di irrinunciabile in un mondo globalizzato come quello in cui viviamo ora. Ecco perché ciò che abbiamo costruito qui è prezioso e va difeso”.
Il sindaco di Rieti, a 20 anni di distanza, ricorda: “Venivamo fuori da situazioni drammatiche da ogni angolo del mondo – spiega Antonio Cicchetti, facendo diretto riferimento alla tragedi delle Torri Gemelle – eppure quel che costruimmo qui fu ben accetto da tutti. Ora è importante rinfrescare la memoria. Io non ritengo che possiamo ospitare tutto il mondo in questo nostro lembo di terra, eppure credo che chi si è adeguato ai costumi e alle usanze italiane, debba avere tutti i diritti che gli spettano. In primo luogo quello della degna sepoltura. Per questo motivo questo cimitero sarà ampliato e saranno inclusi altri 100 loculi”.
Il Vescovo di Rieti, Domenico Pompili ha citato dei celebri versi di Ungaretti: “‘Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie’, oggi si tende a rimarcare che saremo debitori verso le generazioni che verranno. Ed è vero. Però per lasciare in eredità qualcosa, occorre ricordare le radici. E cosa più della sepoltura è emblematico di questo concetto. La scelta compiuta 20 anni or sono di creare questo spazio, merita una particolare attenzione. Quella scelta è un orientamento per interpretare il tempo che viviamo con una consapevolezza: tutte le religioni sono al servizio della pace. Dio non vuole che il suo nome venga usato per terrorizzare”.
Anche Padre Orban Costantin, della Chiesa Ortodossa rumena in Italia ha espresso un suo pensiero: “Siccome Dio ha creato la Terra per tutti, tutti devono avere un posto dove meritano di essere seppelliti. Il cimitero è una bussola del presente che ci permette di guardare verso l’eternità. Anche le nostre comunità muoiono qui, sul suolo reatino. Ed è importante che qui possano rimanere”.
Il Presidente della Comunità ebraica riformata, Daniela Gean è intervenuta affermando: “Questo è un bellissimo segnale verso le nuove generazioni, perché vivono in un periodo storico difficile e il cimitero multiconfessionale di Rieti è simbolo di unione al di là delle differenze”.