Effetti dell’inquinamento sui bambini: il monitoraggio Alcli e Cecarep

A Rieti si fa ricerca concreta  studiando gli effetti dell’inquinamento sui bambini grazie alla collaborazione tra la Sabina Universitas e l’ALCLI: nato infatti 5 anni fa, il Ce.Ca.Re.P, il Centro di ricerca e prevenzione oncologica in provincia di Rieti continua a pubblicare importanti studi su riviste specializzate. A settembre è stato pubblicato un nuovo articolo scientifico sulla rivista International Journal of Environmental Research and Public Health (IMPACT FACTOR 3.390).

Lo studio, dal titolo: “Exposure profile to traffic related pollution in pediatric age: a Biomonitoring Study”, (esposizione ad inquinanti del traffico in età pediatrica) è stato condotto dai ricercatori del Dipartimento di Sanità Pubblica e Malattie Infettive dell’Università Sapienza di Roma in collaborazione con i ricercatori dell’Advanced Tecnologies Rieti Centre, della Sabina Universitas nell’ambito del progetto portato avanti dal Ce.Ca.Re.P. (Centro Oncologico di Ricerca e Prevenzione della Provincia di Rieti) istituito nel 2016.

“Siamo felici di ogni piccolo o grande passo che si fa nel segno della prevenzione e siamo certi che solo la ricerca può consentirci di proteggere la nostra salute e la salute della comunità – ha dichiarato il Consiglio direttivo dell’ALCLI – per questo sosteniamo da anni il Centro di ricerca reatino e con questo studio auspichiamo che si possano stimolare politiche finalizzate all’attenuamento del l’inquinamento veicolare che già lascia traccia nei bambini. Grazie a tutti i ricercatori per l’immenso lavoro che svolgono”.

Sulla scia di lavori precedenti, mirati a valutare attentamente l’esposizione ad inquinanti ambientali di una fascia della popolazione estremamente vulnerabile come quella dei bambini, e pubblicati negli anni passati, il nuovo progetto ha consentito di tracciare un profilo di esposizione all’inquinamento correlato al traffico autoveicolare in età pediatrica utilizzando come biomarcatori di esposizione alcuni composti ossigenati aggiunti normalmente come antidetonanti nella produzione delle benzine attualmente in uso.

A tal fine, sono state effettuate due campagne di biomonitoraggio umano in due diversi periodi dell’anno (estate 2017, inverno 2018) a cui hanno partecipato 736 bambini sani di età compresa tra 5 e 11 anni, reclutati in alcune scuole primarie del centro Italia (provincia di Rieti): il tutto per studiare gli effetti dell’inquinamento sui bambini.

Questo studio conferma l’adeguatezza dell’utilizzo di tali composti come biomarcatori di inquinanti correlati al traffico automobilistico anche per i bambini e l’influenza significativa del genere (M/F) sull’escrezione urinaria di diversi biomarcatori in età pediatrica. Tale risultato è molto importante perché i bambini sono una popolazione altamente suscettibile agli effetti avversi dei contaminanti ambientali e necessitano di strumenti validi che siano in grado di tracciare i profili di esposizione all’inquinamento atmosferico. Mai successo prima in una ricerca che i bambini fossero parte così attiva.

Foto: RietiLife ©

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