“Non si può fare: ecco le quattro parole che spesso compongono il commento più diffuso in città, capace di calare come coltre di nebbia su ogni dibattito pubblico quando le posizioni non convergono. Quattro parole, che se abusate, possono diventare però sinonimo di scarso coraggio. E’ il caso della ferrovia, che ormai lega indissolubilmente i temi del sottopasso, dei passaggi a livello e dello spostamento della stazione a sud”. Lo dice Alberto Paolucci, Segretario generale della Uil di Rieti e della Sabina romana.
“Fin da subito la Uil ha manifestato contrarietà allo sventramento di viale Maraini e ha chiesto al Comune di indire una consultazione popolare proprio per far scegliere ai cittadini il futuro dello storico viale – ricorda Paolucci – Risposta scontata dal palazzo comunale: non si può fare. In realtà il nostro statuto prevede il referendum per questo tipo di scelte. E non a caso è stato utilizzato per temi simili da altre amministrazioni comunali italiane”.
“Per evitare che la convenzione tra Rfi e il Comune distenda tutte le nefaste ricadute sulla città – prosegue il sindacalista – la Uil ha chiesto al sindaco Cicchetti e alla sua maggioranza un atto amministrativo a costo zero: una variante al Piano regolatore generale che prevede lo spostamento della stazione ferroviaria fuori città, verso sud. Una struttura, che se realizzata, sarebbe propedeutica anche alla realizzazione della ferrovia tra la nostra città e la Capitale. Non solo: eliminerebbe in un colpo solo il problema dei passaggi a livello, eviterebbe la realizzazione del sottopasso e terrebbe anche conto anche del futuro sviluppo urbano su Porrara e le ex aree industriali. Anche in questo caso la risposta dell’amministrazione è stata scontata: non si può fare”.
“Detto che non abbiamo la verità in tasca, che non vogliamo sostituirci agli ingegneri e che non è nostra intenzione spingerci in fughe in avanti su eventuali studi preliminari di fattibilità – aggiunge Paolucci – quel che desideriamo far emergere è la differenza sostanziale tra una visione della città che si proietta al futuro e un’altra di più corto respiro, concentrata a studiare soltanto soluzioni tampone. E su questo che, a nostro parere, la politica dovrebbe ragionare e confrontarsi: come si immagina Rieti, come la vogliamo in futuro, quali collegamenti dovrà avere, come eliminare le criticità che da anni ricadono quotidianamente sulle spalle dei cittadini?”
“E’ su questi quesiti – conclude l’esponente sindacale reatino – che chiediamo all’amministrazione rassicurazioni. Le chiediamo ai consiglieri di maggioranza e a quelli di opposizione. Nulla è facile nella quotidianità, ma ciò che sembra difficile non è detto che lo sia, a patto che ci si creda. E soprattutto che ci si scrolli di dosso quel semplice, ma a volte banale, non si può fare. Bisogna osare di più”.
Foto: RietiLife ©
Bravo Alberto! proviamo a crederci almeno un po al futuro di questa città.