Foto: Riccardo FABI ©
(ch.di.) Non è mancato lo sfottò, con cartelli caustici contro gli esponenti locali e nazionali di certo non accostabili al movimento LGBT+ per convinzioni ed esternazioni (vedere le voci Salvini e Cicchetti). Non sono mancati bandiere, striscioni, magliette, fiori, musica. Mancava però il corteo, impossibile in tempi difficili come quello della pandemia: “Ci adopereremo per avere anche quello” dice, certo, Domenico Di Cesare, una delle anime del Lazio Pride di Rieti e presidente di Arcigay Rieti. Di certo non sono mancati i colori dell’arcobaleno e quel grido di rispetto per i diritti delle persone gay, lesbiche, transessuali, bisessuali, queer. Un arcobaleno arrivato dopo un po’ di pioggia sulla città e spalmato su piazza Mazzini. Leggi il lancio di RietiLife.
Piazza Mazzini alla fine ha accolto circa 500 persone. Non un palco, ma due potenti casse e le naturali panche di marmo a fare da elevazione per il presentatore Pietro Turano, attore di Skam (Netflix) e portavoce di Gay Center, e per tutti gli intervenuti. Voci con esperienze di chi sostiene i diritti LGBT+; vita vissuta, tra difficoltà e voglia di lottare e dire la propria, magari in aiuto di chi si sente ancora emarginato. La richiesta di semplice rispetto e ascolto. Di chi vuole diritti e chiede più apertura. Un evento certamente innovativo per Rieti, con una risposta che in tempo di pandemia ha valicato anche le mura, con tanti giovani e giovanissimi – età media molto bassa – a sostenere anche da fuori (Roma, Terni, Viterbo, Frosinone, Latina, L’Aquila) la causa del Pride in generale e a colorare Rieti, in lizza per ospitare la manifestazione da quasi due anni.
“Sono sposato da anni ad Oslo con mio marito – dice Domenico Di Cesare – ma qui il mio matrimonio è carta straccia. Ma portiamo avanti quella che è una famiglia a tutti gli effetti. Vengo dalla frazione di un piccolo paese reatino con 80 anime. Scappavo per andare ai Pride. Abituato solo a sentire la parola ‘frocio‘ o ‘cornuto‘, entrambe da lavare con le botte” racconta Di Cesare, che ha fortemente voluto il Lazio Pride, sostenuto dalla stessa organizzazione della manifestazione regionale itinerante, alla quinta edizione, e aiutato dalla sua stessa Arcigay.
Le polemiche sul mancato patrocinio di Comune e Provincia di Rieti non sono sopite. Alle parole di Cicchetti e Calisse (leggi) ha replicato Pietro Turano con parole forti a nome di tutti i presenti, ma lo ha fatto anche Domenico Di Cesare: “Ci dicono ‘questa gente qua’, ma presto impareranno a chiamarci persone, quali siamo” ha detto Di Cesare.
Nella diretta di Christian Diociaiuti tutta la manifestazione (se non visibile – CLICCA QUI)