Felice festeggia l'ennesima salita

Felice Nucci, che impresa! 2217 volte sul Terminillo in bici: le ‘stanghette’ sull’armadio, ogni salita una festa | LA STORIA

Foto: Felice NUCCI ©

(r.l.) C’è un piccolo uomo, solo in vetta al Terminillo, con una Colnago rossa. Ed è Felice Nucci. La salita numero 2217 alla montagna dei suoi sogni meritava un traguardo che sapesse non solo di terra e di sassi ma anche di cielo, il cielo sopra i 2217 metri della vetta.

Per arrivarci ogni volta è servita la pazienza di pedalare, dalla piazzetta di Lisciano (a quota 625) a Pian de Valli (che di metri ne quota 1650), il paesone che Terminillo non è mai stato, poco meno di 13 km per oltre 1000 metri di dislivello. Moltiplicate per 2217 e avete il dato dell’impresa. Per molti anni il conto delle salite Felice lo ha tenuto tracciando una “stanghetta” nell’anta di un vecchio armadio del garage di casa. All’inizio era il suo modo di andare al lavoro, ufficio turistico del Terminillo dell’EPT, mitologico Ente Provinciale del Turismo allora diretto dall’indimenticato Loris Scopigno.

Poi le salite in bici sono diventate sempre di più e sempre meglio il suo modo di contare i giorni, e come dice il salmo giungere così alla sapienza del cuore. Le “stanghette” sull’armadio sono diventati post su Facebook, col conto delle salite arrivato a duemila il 16 dicembre 2018 e con follower per nulla virtuali. Quella gelida mattina a Lisciano Felice trovò una specie di scorta d’onore pronta a pedalare con lui, ma ormai ogni salita è una festa, con la gente che lo affianca in auto, che lo aspetta al ciglio della strada, che lo cerca in paese, tra la chiesa – dove non manca mai un saluto al Principale – e il bar di Luciano per il cappuccino.

Bisogna leggere Il venditore di sogni e il signor Jack, altra piccola grande impresa di Nucci per capire il rapporto di Felice con la montagna, l’amicizia, la bicicletta, la musica: insomma, con la vita. Fatelo se potete e considerate che è tutto vero fuorché i nomi. C’è la vita di una persona comune eppure straordinaria per la sua umanità, per i suoi incontri. Le ultime pagine sono per la vetta: “Sotto c’era tutto il resto del mondo o forse era il mondo stesso a essere qui…”. No, a ben guardare non era solo, Nucci, in vetta al Terminillo con la sua vecchia bici rossa. Ma era sicuramente felice.

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