(di Christian Diociaiuti) L’uomo-jet, colui che ha saputo riscrivere il suo record italiano in 24 ore e prendersi quello europeo che resisteva da 17 anni, aggiustandolo due volte in un’ora e mezza. Marcell Lamont Jacobs è oro olimpico a Tokyo 2020 (2021). È l’uomo del momento, è la copertina italiana delle Olimpiadi di Tokyo, insieme a Gianmarco Tamberi, oro nel salto in alto (2,37, parità con Bashir).
Resterà nel cuore di Jacobs e nelle statistiche dell’atletica azzurra questa domenica 1° agosto, in cui si è preso la prima finale olimpica per un italiano con un 9.84 fino ad ora impensabile per un azzurro. Impensabile finché non è arrivato questo non ancora 27enne nato in Texas da papà americano e mamma lombarda (Viviana), che non sa l’inglese e che corre come uno statunitense. E non era finita lì, alle 13.20, in semifinale: poi è arrivata la finalissima, primo posto, medaglia d’oro e 9.80. Un tempo pazzesco. Davanti a tutti, davanti al mondo.
Ma il percorso di Jacobs verso l’Olimpiade, sprinter di casa a Desenzano sul Garda ma che si allena a Roma all’Acquacetosa con l’ex triplista Paolo Camossi, se vogliamo, è passato per Rieti. È transitato per una prova dura, per un intoppo che forse gli ha dato più slancio per arrivare sui blocchi della finale olimpica di Tokyo e vincere. Sì, perché 9 giorni dopo il record italiano ormai in archivio, il 9.95 del 13 maggio a Savona, Marcell avrebbe dovuto sfidare Filippo Tortu sul rettilineo del Guidobaldi. Ma quel 22 maggio, è stato, invece il giorno di un guaio muscolare in allenamento prima di quella gara veloce del Guidobaldi. Niente gara, niente impegni internazionali per riprendersi e correre verso l’unico obiettivo: le Olimpiadi.
“Si sono fatti in quattro per farmi gareggiare – disse Jacobs al Guidobaldi, quasi scusandosi di quell’infortunio – Voglio onorare l’impegno che mi ero preso con questa città per l’affetto che mi ha trasmesso in questo periodo per cui, prima della fine della stagione, farò tutto quello che potrò per tornare a correre in questa piazza”.
Adesso Rieti aspetta Jacobs. Lo aspetta al Guidobaldi con la medaglia d’oro delle Olimpiadi al collo. Rieti, Marcell, è stata il tuo blocco di partenza. Una partenza perfetta, d’oro, olimpica.
Foto: Colombo/FIDAL ©