Foto: Riccardo FABI ©
(di Christian Diociaiuti) Ci sono medici, infermieri, tecnici, operatori sanitari di tutti i tipi, e non solo. Benemerenze per i sanitari e gli operatori del mondo Asl Rieti che hanno lottato e tuttora fronteggiano “un nemico invisibile”, il Sars Cov2, in un anno e mezzo di pandemia. Cerimonia, oggi, in Asl con il Dg Asl Marinella D’Innocenzo e l’assessore regionale alla sanità, Alessio D’Amato. Un momento simbolico, con la consegna di 15 attestati a figure che rappresentano tutto l’universo di chi ha difeso a spada tratta il Reatino dal virus. E un minuto di silenzio per le vittime del covid, nel Reatino ad oggi 314.
“Grazie. Ognuno di voi è stato importante – dice il Dg Asl Rieti, Marinella D’Innocenzo – Voi, qui, siete una parte di quelli che hanno ricevuto la benemerenza. Nella Asl di Rieti abbiamo individuato 770 operatori che riceveranno la benemerenza. E grazie a tutta la Direzione che ha saputo rappresentare lo sforzo generale dell’azienda. Abbiamo costituito un modello contro la pandemia, replicato a livello regionale, pur avendo un solo ospedale. È stato valorizzato un modello di medicina territoriale, su cui puntare”.
Lo sforzo di chi ha fatto il tracciamento, quello di chi è stato vicino a chi soffriva nelle case di riposo. Ma anche di chi, nel Laboratorio Analisi, ha analizzato tamponi e test di ogni tipo. Chi si è occupato delle statistiche per capire dove andava a parare la pandemia, chi ha fatto girare i sistemi informatici, chi ha soccorso e chi ha curato, dal reparto di Malattie Infettive al “fronte” della Terapia Intensiva. Fino a chi ha garantito i medicinali e la distribuzione dei vaccini negli hub e nei tour. Dietro a ogni attestato c’è un volto, una storia. Ore di lavoro, silenziose e senza ribalta. Fondamentali.
“Abbiamo lottato contro qualcosa che non conoscevamo – dice il numero uno della Uosd Malattie Infettive del De Lellis, Mauro Marchili, in prima fila nella trincea del covid a Rieti – il segreto è restare uniti. E chiedo a tutti e alla Regione di non dimenticarci, di continuare ad esserci vicini come fatto finora”.
Il Lazio non vuole essere lontano da questi guerrieri che hanno suggellato anche il successo nelle scelte a livello di sanità regionale, con la Regione “pluridecorata” per la gestione delle infezioni e poi delle vaccinazioni: “Sono passati 535 giorni da quel giorno in cui due coniugi cinesi chiedessero soccorso al 118. Da lì, le nostre vite sono cambiate – dice Alessio D’Amato, ricordando il primo caso di infezione da Sars Cov2 censito nel Lazio e proveniente dalla Cina – Io dico che L’obiettivo resta l’8 agosto col 70% di vaccinati. Non ci fermeremo. Per arrivare, così, all’avvio delle scuole, il 13 settembre, a immunizzare l’80% della popolazione. I vaccini coprono le varianti conosciute. Varianti che saranno presto dominanti, come la Delta. A voi operatori dico grazie per il lavoro svolto, concentriamoci per gli obiettivi che ci siamo dati. Ricordandoci che siamo i primi per percentuale di immunizzati”.
Se qualora non fosse bastata l’emozione di vedere premiati coloro che col proprio lavoro hanno arginato la durezza del virus, a margine della cerimonia un minuto in ricordo delle 314 vittime reatine del covid. Il silenzio in omaggio a chi non ce l’ha fatta. Con la speranza di non dover lottare e piangere ancora.
Fortinatamente a Rieti la situazione non è mai stata critica.
Lo dimostrano anche i dati: nel 2020 si sono avuti gli stessi morti dei 5 anni precedenti.
Nel 2021 nei primi 3 mesi si è avuta persino una riduzione del 10%.
I giornalisti dovrebbero dare questi dati, sono di dominio pubblico.
Tutti i pochi morti per covid19 nel reatino (160.000 abitanti) avevano mediamente oltre 84 anni.