In occasione delle partite della Nazionale, RietiLife inaugura la rubrica “Urlo Tifoso” curata da Fabrizio Moscato per analizzare le gare degli azzurri con cuore e passione. Commentate e condividete!
(di Fabrizio Moscato) Dopo le clamorose eliminazioni di Olanda, Francia e Germania, per molti Italia-Belgio è una finale anticipata. Per chi come me ricorda il Belgio di Vincenzo Scifo, ma pure i gol di Giaccherini e Pellè, è un po’ anomalo pensare alle furie rosse come a una squadra che conti qualcosa nel calcio mondiale, eppure pare che da un po’ sia così. Sarà perché c’è Lukaku, finora tra i migliori giocatori dell’europeo. I difensori italiani sono in apprensione, ma la stampa ha voluto alleggerire le pressioni su di loro descrivendo il centravanti belga come l’Incredibile Hulk cui hanno detto che un italiano ha rigato la macchina nuova.
Nei primi minuti sembra effettivamente che il Belgio voglia fare un sol boccone dell’Italia, un po’ timida. Al 14’ però si spaventano le furie rosse: Bonucci devia in porta sugli sviluppi di una punizione, ma Chiellini in fuorigioco rende prematuro l’urlo dei tifosi italiani. I due azzurri si rifanno in difesa, dove non fanno sconti a nessuno, e quando non ci riescono è Donnarumma a sfoderare grandi parate, prima volando su tiro da fuori di De Bruyne al 22’, poi al 26’ su Lukaku.
Al 28’ Insigne fa le prove generali con un tiro a giro fuori di poco, ma al 31’ l’Italia passa davvero in vantaggio: Immobile cade in area e per eludere il fuorigioco adotta l’antica tattica del fingersi morto come l’opossum; Verratti capisce che ormai per Ciro non c’è più nulla da fare e serve Barella, il quale confeziona un gol bellissimo, con un dribbling secco e un destro potente. È un buon momento per l’Italia e al 41’ è Chiesa a provare il tiro, che esce di poco. Al 44’ ci prova anche Immobile, il cui tiro è murato ma sugli sviluppi Insigne trova uno splendido tiro a giro dei suoi per un due a zero che manda in delirio i tifosi.
La partita potrebbe chiudersi qui ma Di Lorenzo tocca con un braccio Doku, velocissimo in area e per l’arbitro è rigore. La spinta è leggera e fa nascere molti dubbi sull’entità del fallo, nonché qualche certezza sulla solidità della vita matrimoniale dell’arbitro, ma c’è poco da fare: sul dischetto va Lukaku, Chiellini vorrebbe seguirlo anche lì ma gli spiegano che non è possibile, così il gigante belga accorcia le distanze. Nella ripresa l’Italia cresce, la difesa sembra in grado di annullare Lukaku e Immobile, che non ha capito che la solidarietà al collega era limitata al gesto di mettersi in ginocchio prima della gara, per rispetto si annulla anch’esso da solo. Al 56’ un brivido per Donnarumma che in due tempi ferma il solito Doku, sul rovesciamento di fronte Jorginho cade in area ma per l’arbitro non c’è né il rigore né un futuro per il suo matrimonio. Al 61’ Lukaku incespica sul pallone servito perfettamente da De Bruyne, la palla carambola su Spinazzola che in recupero riesce ad impedire il pareggio. Lo stesso Spinazzola al 66’ potrebbe chiudere la gara pescato in area da Insigne, ma se questo giocatore fosse anche bravo sotto porta probabilmente avremmo lui a Palazzo Chigi, dove farebbe senz’altro meglio di Draghi sulla fascia sinistra.
Il Belgio non ha occasioni nitide anche se la palla balla spesso nell’area azzurra, l’Italia quando riparte dà la sensazione di poter colpire ed è anzi molto brava ad aggredire alta. Al 75’ Belotti e Cristante sostituiscono Immobile e Verratti, poco più tardi il cambio più doloroso: Spinazzola si ferma in corsa e chiama il cambio. Purtroppo è un infortunio grave al tendine d’Achille che lo costringe ad uscire in barella: europeo finito per quello che era stato un grande protagonista finora. Nei minuti finali c’è un destro alto di Doku e un malore di Oriali, che si ferisce al sopracciglio: Mancini vorrebbe che si buttasse la palla fuori per medicarlo ma il regolamento parla chiaro: non si può fare se il giocatore in questione si è ritirato nel 1987.
Entrano Berardi e Toloi per Chiesa e Insigne, il recupero sembra non finire mai. Quando Witsel colpisce Donnarumma il portierone azzurro resta a lungo a terra, dandoci il tempo di cercare su google se il riccioluto centrocampista belga è il figlio illegittimo dell’attore che interpretava il fratello del piccolo Arnold (no, non lo è), ma alla fine arriva il triplice fischio. Qualcuno doveva mettere fine prima o poi a questa storia del Belgio forte a giocare a pallone: come quattro anni fa è toccato a noi, meglio tardi che mai.
Adesso siamo in semifinale, a Wembley troveremo la Spagna, e comunque vada batteremo un record: per la sesta volta consecutiva all’Europeo i giocatori azzurri affronteranno avversari con le maglie rosse, numeri che si vedono solo nei tornei di calcio balilla. Mancini spera finisca come le volte precedenti, noi pure.
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