Riceviamo e pubblichiamo una lettera di una lettrice che ha subito dei disagi all’Ufficio Anagrafe del Comune di Rieti.
“Scrivo queste righe alla redazione di RietiLife, per denunciare l’ennesima occasione persa di dimostrare quel buon senso che tanto auspicavamo di ritorvare alla fine di un periodo difficile come quello dal quale stiamo fortunatamente uscendo. Sono all’ottavo mese di gravidanza, per mia fortuna sto molto bene e, al di là dei normali disagi dovuti anche alle temperature della stagione, non ho di che lamentarmi se non della disorganizzazione e la totale non curanza di quelle che – solo sulla carta – vengono definite “categorie fragili” troppo spesso ignorate negli uffici pubblici.
Mi sono recata questa mattina all’Ufficio Anagrafe del Comune di Rieti per ritirare la Carta d’Identità fatta nei giorni scorsi e per la quale non è previsto un appuntamento. In attesa del mio turno ho provato – dopo più di 15 minuti – a richiamare l’attenzione delle impiegate (donne peraltro), soffermandomi sull’arco della porta per rispettare le norme anti covid, ma dopo essere stata, nemmeno troppo gentilmente invitata a chiudere la porta, ho atteso pazientemente insieme ad 30 persone circa il mio turno. Più volte, all’apertura della porta dell’ufficio, chi era intorno a me ha cercato di far notare alle impiegate che, essendo io incinta avrei avuto la precedenza, ma nulla da fare: con tanto di spalle alzate è stato risposto, “pazienza, c’è da attendere, c’è la sala d’attesa!”
40 minuti dopo sono stata fatta entrare per apporre la mia firma e ritirare semplicemente la busta contenente il documento e tornando verso la mia auto ho riflettuto sul fatto che un’epidemia di buon senso ci vedrebbe ben muniti di anticorpi!”.
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