(di Martina Grillotti) È ormai noto lo stop di AstraZeneca agli under60. Il Ministero della Salute ha dato l’ok per usare un siero diverso per la seconda dose e la Regione ha confermato: a chi non è over60 spetterà Pfizer o Moderna.
Lo Spallanzani di Roma ha avviato una valutazione della capacità dello schema eterologo di generare una risposta immunitaria adeguata. Vi è, però, in Regione una quota di cittadini, intorno al 10%, che rifiuta il mix di vaccini. L’assessore alla Sanità D’Amato è chiaro: “Non vogliamo lasciare indietro nessuno”, anche perché in tanti preferirebbero correre il rischio piuttosto che cambiare vaccino. E no, non stiamo parlando di no-vax, ma di cittadini informati che sono stati ben lieti di ricevere la prima dose.
Le ipotesi al vaglio sono due: lasciarli con un’unica dose, senza completare il percorso e senza rilasciare il certificato vaccinale o rimettere la valutazione al medico. La strada da intraprendere, secondo la Regione, sarebbe la seconda, rimettendo ai medici di base la decisione, in scienza e coscienza “anche perché l’Aifa non esclude la possibilità” ha detto D’Amato in un’intervista al Corriere della Sera, insomma “Meglio dare una doppia dose di AstraZeneca a chi la chiede, con sottoscrizione del consenso informato, che negare la seconda dose”. Il Lazio intanto si avvia verso l’immunità di gregge prevista entro il 10 agosto con il 70% degli immunizzati. Al momento 4,5 milioni le somministrazioni.
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