“Nella giornata di ieri è apparso sugli organi di stampa locale una nota erroneamente attribuita ai soci della Sabina Universitas. È evidente a tutti che a poter parlare a nome e per conto dei Soci del Consorzio della Sabina Universitas è il suo Presidente che allo stato attuale, come è noto, essendo dimissionario, siamo certi che per ovvi motivi di opportunità non sia l’estensore del comunicato. Una nota del Consorzio in queste condizioni, visto anche il particolare momento che sta vivendo, avrebbe dovuto, e non poteva essere altrimenti, essere condivisa con tutti i soci del Consorzio stesso, cosa che non è accaduta. Una cosa grave dal punto di vista formale ma ancora di più sostanzialmente dato che tale mancanza di rispetto dei ruoli rischia di creare ancora più confusione in città e tra i cittadini che hanno a cuore le sorti dell’Università che, è bene ricordarlo, è ben altra cosa dal destino del Consorzio Sabina Universitas che dell’Università è solo un fornitore di servizi”: lo scrivono il Dg Asl Marinella D’Innocenzo e il presidente dell’Ordine degli ingegneri, Vitaliano Pascasi.
“Con questa nota congiunta, anche alla luce di quanto dichiarato alla stampa dalla Fondazione Varrone, vorremmo rassicurare quanti, sino ad oggi, hanno espresso perplessità e preoccupazioni in riferimento alla questione “Sabina Universitas Polo universitario di Rieti”, i cui nostri rispettivi Enti sono soci sin dalla costituzione dello stesso nel 2005, già giuridicamente Fondazione Sabina Universitas dal 1994. L’impegno infatti dei nostri due Enti, ancorché con quote societarie diverse, sia in termini economici che di promozione e sostegno al polo Universitario reatino è noto e ampiamente documentato in fatti e continue dichiarazioni giornalistiche in ogni momento della vita sociale del Consorzio. Mai è mancato l’appoggio, e mai sono venute meno, dichiarazioni d’intenti e proposte da parte nostra per risollevare la Sabina Universitas da una sorte triste e nefasta che prevedesse una sua eventuale messa in stato di liquidazione. La serietà e l’impegno che i Sottoscritti hanno dimostrato nel corso di questi anni nella gestione dei rispettivi Enti è un fatto acclarato, serietà e impegno che ha dato lustro e visibilità, risultati alla mano, alla città di Rieti e alla Provincia di Rieti. Nessuno dunque può insinuare e additare gli Scriventi come “demolitori” in un territorio già martoriato dal sisma del 2016 e oggi dalla pandemia.
Il nostro intento, in tutti i consessi in cui siamo stati chiamati, è stato sempre propositivo e rivolto al futuro sviluppo e presenza delle Università nella nostra Provincia, intento che ha sempre contraddistinto inoltre l’operato della Fondazione Varrone ancora prima della Presidenza dello “straniero” D’Onofrio, con le illustri figure reatine del Notaio Dott. Antonio Valentini e poi con l’Avv. Mariella Cari, che in tempi non sospetti hanno cercato di mettere ordine nei conti economici di un Consorzio che già allora non navigava in buone acque” dicono D’Innocenzo e Pascasi.
“Una impostazione, quella portata avanti dalla Fondazione Varrone, che abbiamo sempre condiviso e supportato perché rappresentava l’unica strada per consentire un futuro certo al Consorzio e soprattutto alla presenza dell’Università nella nostra città.
Ci hanno stupito dunque le affermazioni dell’uscente Presidente Dott. Roberto Lorenzetti, allora uomo della Fondazione Varrone (Vice Presidente n.d.r.), riportate in una lettera di dimissioni prima annunciate, anzi più volte annunciate in pochi mesi di presidenza, e poi formalizzate ufficialmente, poiché lo stesso era assolutamente consapevole del mandato assegnatogli quando accettò di presentarsi quale Presidente della Sabina Universitas. Nessuno di noi l’avrebbe mai votato con un mandato diverso da quello concordato con i tutti i soci, Comune di Rieti compreso e in particolare con la Fondazione Varone. Il mandato, condiviso dentro e fuori il consiglio di Amministrazione, non era soltanto garantire un Consorzio che non fornisse solo ed esclusivamente servizi per le Università, ma bensì quello di renderlo economicamente sostenibile, metterlo in trasparenza, e soprattutto evitare spese inappropriate rispetto ad altri centri di servizi per la gestione dei corsi universitari, superando così i costi “atavici” e “fuori mercato” delle convenzioni con le Università della Sapienza e della Tuscia, nonostante i costi per i corsi di laurea per le professioni sanitarie sono a carico della Asl. E si, perché forse solo i pochi addetti ai lavori, conoscono le questioni come realmente sono. Ad esempio proprio la ASL di Rieti, in base al Dlgs 502/92 e s.i.m. art.6 comma 3, è l’unico Ente deputato per legge a gestire, sulla base di un Protocollo d’Intesa Regione Lazio-Università la Sapienza di Roma, i Corsi di Laurea per le Professioni Sanitarie. E visto i legittimi presupposti giuridici, la ASL di Rieti ha stipulato con la Sapienza di Roma la Convenzione per la gestione dei rispettivi corsi di laurea che la Sapienza ha affidato alla ASL per le sedi dei tirocini e delle lezioni. Tant’è che la ASL nomina di concerto con l’Università i Coordinatori dei corsi di laurea, (dipendenti a tempo pieno della ASL di Rieti) ed assicura tutti gli oneri per lo svolgimento dei tirocini e i docenti delle lezioni. Tutto questo a totale carico economico unicamente della ASL di Rieti” continuano.
“Contestualmente sempre la ASL contribuisce con una quota ulteriore al funzionamento del Consorzio Sabina Universitas, che in quanto tale a sua volta si convenziona con le Università per assicurare, le sedi di svolgimento delle lezioni, e le funzioni di segreteria didattica dei corsi, assumendosi l’onere, il Consorzio, di garantire la sede fisica delle lezioni dei corsi di laurea dell’Università la Sapienza di Roma e dei corsi di laurea dell’Università della Tuscia, svolgendo il ruolo, NON DI SEDE UNIVERSITARIA, ma di centro servizi per le Università.In realtà lo sanno bene tutti i componenti a vario titolo del Consorzio, che se lo stesso venisse meno, i corsi di laurea delle professioni sanitarie, rimarrebbero comunque poiché legati unicamente (essendo l’unica legittimamente prevista) alla convenzione della ASL con l’Università la Sapienza di Roma. Motivo per cui MAI VERRA’ MENO LA PRESENZA DEI CORSI UNIVERSITARI per i circa 400 studenti dei diversi anni dei corsi di laurea triennale e di formazione avanzata. Anche l’impegno dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Rieti, unico ormai tra gli ordini professionali della provincia ad essere presente nel Consorzio, non è mai mancato. Impegno economico, sempre e puntualmente corrisposto, ma anche impegno a mantenere un presidio universitario importante e di qualità come quello della facoltà di Ingegneria della Sapienza che tanti ingegneri ha formato in questi anni. Ci è parso dunque pretestuoso il ragionamento fatto da chi oggi spara sui cosiddetti “DEMOLITORI”, quando sono ormai anni che chiediamo a gran voce chiarezza e trasparenza, nonché una rendicontazione coerente e veritiera dei costi complessivamente sostenuti dal Consorzio per la gestione dei corsi e il costo delle Convenzioni” aggiungo Asl e Ingegneri.
“Noi, come molti altri amministratori anche “non reatini”, in questo momento stiamo assicurando lo sviluppo e la crescita in alcuni casi anche in termini di visibilità nazionale, per le buone pratiche che stiamo realizzando. Battaglie di retroguardia noi non ne facciamo e non ne faremo, poiché farle o alimentarle, siamo convinti, non porterebbe da nessuna parte, se non continuare a mantenere isolata la provincia e la città, come spesso accaduto più volte in passato ad opera di alcuni che hanno sempre voluto conservare i privilegi passati e mai confrontarsi con il mondo esterno e magari prendere quello che c’è di buono intorno e fuori Rieti e provincia. Nostro intendimento è quello dunque di mantenere nella nostra Provincia un polo Universitario che abbia le carte in regola, economiche e di qualità della formazione, che sia al passo con i tempi, economicamente sostenibile e trasparente. Mai verremo meno al nostro impegno nei confronti della città e delle future generazioni che saranno un domani il motore e sviluppo della nostra società e della nostra economia” concludono Asl e Ingegneri.
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