Il Panathlon International, simbolo dei valori etici dello sport, celebra i suoi primi 70 anni di storia. Era il 12 giugno 1951 quando Mario Viali decise di mettere le basi ad un dialogo fondato sulla passione sportiva con alcuni amici e rappresenti di varie discipline. Li convocò a Venezia ad un “disnar sport” mutuando la formula conviviale dai Club service. Risposero in 24 e nacque l’embrione del Panathlon International, oggi presente in quattro continenti e ventisette nazioni con poco meno di 300 Club e diecimila soci. Nel 1955 il socio Domenico Chiesa propose il nome di “Panathlon” con il quale si superò la dimensione del Club service, accomunando tutti gli sport.
Il Panathlon International oggi è riconosciuto dal C.I.O. e porta il suo contributo di idee e valori all’interno della commissione per la cultura e lo sviluppo dell’ideale olimpico. Parimenti, in ogni Stato in cui il Panathlon è presente viene riconosciuto dai Comitati Olimpici nazionali come ente benemerito. La sua missione è trasversale alle discipline e agli eventi dello sport, attività non marginale ma fondamentale per l’educazione dei giovani e per la costruzione di una società fondata su valori etici e morali duraturi.
L’agonismo sempre più spinto, i pesanti condizionamenti economici e finanziari, le devastazioni fisiche e morali causate dal doping, le infiltrazioni malavitose con il fenomeno dei match-fixing, proiettano in prima fila il ruolo del Panathlon International come sentinella e presenza di contrasto etico e morale. Per contro, al centro della missione panathletica vi sono la costruzione di fondamenta sicure per i giovani riconoscendo loro l’accesso allo sport come diritto naturale, in particolare per i più svantaggiati. Il Panathlon International, quindi, ha molto da festeggiare in questo settantennale di fondazione, a Venezia, a Rapallo dove si trova la sede internazionale e in ogni singolo Club.
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