(r.l.) Gli spensero addosso la sigaretta, gli bruciarono i capelli, gli avvicinarono l’accendino arroventato sul collo, gli sputarono il fumo in faccia e usarono il cappuccio della sua felpa come un cestino per le cicche. Una vicenda di bullismo e sopraffazione ai danni di un ragazzo disabile reatino, sulla quale dopo 6 anni viene fatta giustizia.
Valentino Pietrosanti, oggi trentenne ma all’epoca dei fatti 24enne, ragazzo affetto da una grave disabilità di tipo cognitivo, ha visto riconoscersi dal Tribunale di Rieti, il danno che uno dei due aggressori gli ha arrecato. Il Giudice Alessio Marinelli, lo scorso 22 aprile, ha condannato l’imputato Emanuele Chiaretti, oggi 25enne, alla pena di 8 mesi di reclusione, oltre al pagamento di una provvisionale immediatamente esecutiva in favore della parte civile, al pagamento delle spese legali e al risarcimento dei danni da liquidarsi in separata sede: per il Tribunale di Rieti, Chiaretti è responsabile dei reati di lesioni e violenza privata aggravata ai danni di Valentino Pietrosanti.
Ma cosa accadde sei anni fa, precisamente a marzo 2015? Tutto è avvenuto “all’interno del McDonald di Rieti dove Emanuele Chiaretti (all’epoca di anni 19) e G.D. (di anni 16 giudicato separatamente dinanzi al Tribunale per i minorenni di Roma) hanno deriso e schernito Valentino alla presenza di numerose persone, per lo più ragazzi minorenni, poi ascoltati in sede di indagine alla presenza dei genitori” spiega l’avvocato Morena Fabi, che nel procedimento ha assistito Valentino e sua madre, Assunta Trastulli (amministratrice di sostegno di Valentino).
“La violenza – ricorda il legale della famiglia Pietrosanti-Trastulli – è consistita nel soffiare il fumo in faccia al ragazzo disabile, nel gettare la sigaretta all’interno del cappuccio della felpa, nel bruciargli i capelli, nell’appoggiare l’accendino arroventato sul collo e nello spegnere la sigaretta sul collo. Sul posto sono intervenuti subito dopo i fatti i Carabinieri di Rieti che hanno sequestrato le telecamere di video sorveglianza e sono riusciti, a seguito di una minuziosa attività di indagine, ad identificare i soggetti responsabili”. Ad assistere l’imputato, è stato l’avvocato Luca Conti, (in aula per la discussione era presente Martina Righi dello Studio legale Conti).
“La famiglia di Valentino intende pubblicamente ringraziare i Carabinieri di Rieti per l’accurata attività di indagine e per la solidarietà ed il sostegno mostrati nei confronti del ragazzo e ci tiene ad evidenziare che nessuna condanna né offerta risarcitoria potrà rimediare al danno che ha subito Valentino che va al di là di quello fisico che, fortunatamente, non è stato di rilevante entità” conclude il legale Morena Fabi.
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