Foto: Riccardo FABI ©
(di Christian Diociaiuti) Grande atletica doveva essere. E lo è stata. Anche in avvio di stagione. Davide Re debutta nella sua Rieti (ieri il Trofeo Perseo, apertura della stagione outdoor reatina) e torna a gareggiare nei 400 metri di cui detiene il primato italiano, all’alba della partenza per i mondiali di staffette in Polonia. 45.76 davanti ai fratelli belgi Borlée. “Sono contento di essere tornato – le parole di Re – La mia ultima gara, a Stoccolma, quella dell’infortunio al tendine d’Achille, me la portavo ancora un po’ dietro emotivamente e oggi era importante rompere il ghiaccio. Penso che avrei potuto correre un paio di decimi più forte, quello sì. Ma sono felice di questo tempo e sarà veramente importante per le World Relays della prossima settimana in Polonia”. Il primatista italiano approfondisce l’analisi: “Mi è piaciuta soprattutto la parte finale – spiega – Ho cercato di sfruttare al meglio il vento nel primo rettilineo, facendomi ‘portare’ il più possibile. Perché sapevo che sul rettilineo finale, con tutto quel vento contrario, sarebbe stata veramente dura da affrontare in condizioni di forte stanchezza. E invece sul finale ne avevo ancora, ero in spinta. Aver debuttato contro i Borlée ha dato quel pizzico in più di emozione che mi ha fatto entrare subito nell’ottica della gara che conta. Senza di loro avrei fatto un esordio molto più soft, magari più facile da gestire, ma non altrettanto utile in vista della stagione”. Giovedì prossimo si decolla per i Mondiali di staffette di Chorzow (1-2 maggio) che mettono in palio le Olimpiadi: “In Polonia farò del mio meglio, ovunque io sia schierato, nella mista o nella gara maschile. Edo Scotti ha dimostrato di stare bene, Vladimir Aceti non ha potuto correre ma in raduno è andato veramente forte, Ale Sibilio ha fatto un ottimo exploit. Possiamo far bene”.
Il vernissage del Guidobaldi lo segna pure l’8,03, purtroppo ventoso (+4.4), nel lungo di Andrew Howe. Di regolare c’è un 7,75 (+1.4). L’aviere pensa a Tokyo e dice: “Questa gara serviva per testare le mie sensazioni, il mio corpo, una rincorsa nuova. Sono ritornato a saltare come quando ero giovane… non che non lo sia ancora! Il vento oggi non ha aiutato: averne di eccessivo a favore crea tanti problemi a livello di rincorsa, dovevo cambiare ogni volta, due piedi avanti, due piedi indietro. Ma il mio obiettivo è fare questo minimo per le Olimpiadi di Tokyo (8,22) per partecipare finalmente a un’Olimpiade degna del mio nome: e oggi ci credo ancora di più. Ho capito finalmente che dovevo guarire me stesso – confida – Dovevo ritrovare la pace interiore. E penso di avercela fatta. Dovevo tornare a divertirmi. Farlo per me. Per le persone che mi circondano. Mi ha aiutato uno psicologo sportivo che mi segue costantemente. Avevo grossi problemi di ansia prima della gara, ero arrivato a non dormire. In gara non ero io. E piano piano sto tornando a essere il vero Andrew”.
E sempre in chiave salti, Roberta Bruni assalta 4,50 ma si ferma a 4,30: il vento forte condiziona la gara. Grande attenzione pure ai fratelli Furlani nell’alto: l’allievo Mattia (Studentesca) va vicino al personale di 2,11 ma si ferma a 2,07. La sorella Erika prova 1,90, ma si ferma a 1,85 al debutto stagionale. In evidenza l’ostacolista rossoblù Damiano Dentato che eguaglia la MPI allievi nei 200hs (24.56/-3.7). E nei lanci bene Cecilia Desideri nel martello: 64,28.