“Al netto delle vittime del terremoto, Amatrice e le sue frazioni, che contano sui 1.300 abitanti, hanno perso in questi anni il 15% della popolazione, trasferitasi quasi sempre a Rieti o a L’Aquila. Se la ricostruzione procederà con questi ritmi esiste il rischio concreto che verranno realizzate ‘cattedrali’ che nessuno userà mai. Ora più che mai servirebbe imprimere una forte accelerazione attraverso misure choc per dare sostegno all’occupazione e tutelare la salute pubblica”. Ne è convinto il consigliere regionale ed ex sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, che in una intervista al ‘Corriere di Rieti‘, parla di ”ricostruzione lenta senza una visione” nelle aree distrutte dal terremoto del 2016. “Se non si sostiene il lavoro attraverso, per esempio, sgravi fiscali e contributi a fondo perduto per chi assume, – dice Pirozzi – costruiremo case che resteranno vuote perché, nel frattempo, le persone saranno andare via, come già accaduto da oltre quattro anni a questa parte”. Per il Presidente della Commissione Ricostruzione della Regione Lazio “La vera partita è la ricostruzione pubblica, la garanzia dei servizi essenziali, ma servono lavoro e salute e serve anche il recupero del patrimonio edilizio che ad Amatrice è costituito quasi per intero da seconde case, quelle che garantirebbero il ritorno di persone e un circuito economico importante”. Il consigliere regionale di FdI constata che molto in questo senso è stato fatto dal commissario straordinario Giovanni Legnini dopo le fallimentari gestioni di Paola De Micheli e Piero Farabollini.
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