“Pur apprezzando le buone intenzioni dell’Assessore Emili, amministratore onesto e volenteroso, e il lavoro svolto dagli uffici in aderenza alle legittime indicazioni della parte politica, abbiamo scelto di non partecipare al voto rinunciando ad esprimerne uno contrario rispetto ad una delibera che contiene, a nostro avviso, uno sterile progetto di edificazione della zona delle Porrara, avulso da una “visione d’insieme” che avrebbe dovuto avere la riqualificazione delle aree ex industriali come prius, all’interno del quale le Porrara avrebbero dovuto trovare la giusta e naturale collocazione”: lo scrivono i consiglieri comunali Andrea Sebastiani, Giosuè Calabrese, Roberto Casanica.
“Le linee programmatiche dell’attuale amministrazione Cicchetti presentate ad inizio mandato avevano tracciato la strada di recuperare il lavoro svolto dalla Commissione Tigli e dall’Associazione Rena proprio con l’obiettivo di procedere finalmente all’elaborazione di un progetto di recupero delle aree dell’ex Zuccherificio e dell’ex Snia Viscosa. Non vi è nelle pagine del programma elettorale alcun accenno all’intenzione di rendere prioritariamente ed esclusivamente edificabili le Porrara. Questo non vuol dire che sia di per sé un disvalore fare ciò che non si era promesso in campagna elettorale ma lo è far credere che la scelta di lottizzare la zona delle Porrara sia un atto di giustizia sociale a vantaggio dei proprietari dei terreni dopo anni di iniquo gravame dell’Imu (ex Ici), versata per aree edificabili che prima di ieri tali non erano. Tali infatti continueranno ad essere per molto tempo ancora” continuano.
“Tre motivi di merito e non solo di metodo hanno determinato principalmente la nostra scelta di non votare la delibera in questione: il 60% delle aree dovranno essere cedute dai legittimi proprietari al Comune per fare spazio a strade, parchi, scuole, pertanto chi deciderà di realizzare il sogno della villetta dovrà accontentarsi di edificare sul restante 40%. Rinunciando quindi a due terzi della superficie sulla quale per anni hanno pagato imu e tasi. Il Comune con tutte le difficoltà economiche di un Ente in pre-dissesto dovrà provvedere a realizzare servizi di completamento attualmente non previsti nel piano quadro, strumento attuativo di un piano regolatore ormai vetusto vista l’adozione risalente ad oltre venti anni fa e non più idoneo a disegnare la Città del futuro. Inoltre i proprietari dei lotti dovranno obbligatoriamente consorziarsi tra loro con tutte le inevitabili difficoltà insite nel dare vita ad una comunione d’intenti tra confinanti che magari fino a ieri si sono guardati in cagnesco. Infine l’obbligatorietà di provvedere essi stessi, una volta consorziati, ai frazionamenti dei terreni e alla realizzazione a propria cura e spese delle opere di urbanizzazione primarie e secondarie. Riteniamo per questi motivi, al contrario, profondamente ingiusta e sperequata una scelta che estrometta il proprietario di un bene dalla possibilità di “sfruttare” quasi due terzi del bene stesso “per cederlo alla collettività”. Da ultimo ci sia concessa una punta d’ironia. Pur con l’impegno e gli sforzi profusi nel leggere e rileggere la versione originaria della delibera, nel confrontarla con l’ultima versione approvata ieri l’altro in consiglio, non abbiamo rintracciato il benchè minimo segnale dell’attività svolta dal gruppo della Lega che, attraverso il suo capogruppo, ha invece rivendicato “con orgoglio” il notevole apporto dato al miglioramento del documento affetto-a suo dire- da criticità e “curato attraverso la somministrazione” di emendamenti risolutivi. L’unica e sola differenza che siamo riusciti a rintracciare è il nome del dirigente proponente in sostituzione del precedente funzionario firmatario. Ma forse è un nostro difetto visivo che necessita, questo si, delle cure di un bravo oculista!” concludono.
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