Il delicato intervento è stato eseguito presso l’Ospedale Sant’Andrea: si tratta della prima operazione al mondo di questo tipo, effettuata su un paziente post Covid, resosi necessario proprio a causa delle lesioni provocate dalle complicanze della malattia, rappresenta un modello clinico a livello internazionale.
I danni conseguenti all’infezione SARS-Cov2 e alle tecniche di ventilazione invasiva che si sono rese necessarie durante la malattia, hanno provocato l’assottigliamento della trachea che impediva quasi completamente la respirazione, rendendo necessario effettuare l’intervento. Il trapianto è stato eseguito lo scorso 2 marzo presso la Chirurgia Toracica dell’Azienda ospedaliero-universitaria Sant’Andrea, policlinico universitario della rete Sapienza e azienda di alta specializzazione della Regione Lazio. Il paziente è un uomo di 50 anni originario della Sicilia, da subito in grado di respirare e parlare autonomamente; dopo un ricovero di tre settimane e un decorso post-operatorio regolare, ha ripreso la sua vita normale, tornando al suo lavoro e alla sua città.
Il traguardo è stato presentato nella giornata di oggi presso l’aula magna della Sapienza alla presenza dello staff medico di Chirurgia toracica, diretta da Erino Rendina e in particolare dalla giovane chirurga Cecilia Menna, la trentacinquenne responsabile del Programma “Tracheal Replacement” del Sant’Andrea che ha condotto con il professor Rendina l’intervento in prima persona. A prender parte, la rettrice della Sapienza Antonella Polimeni, l’assessore alla Sanità della Regione Lazio Alessio D’Amato, il direttore sanitario dell’Azienda Ospedaliera-Universitaria Sant’Andrea Paolo Anibaldi, il preside della Facoltà di Medicina e psicologia Fabio Lucidi, che hanno condiviso il brillante risultato, spiegando la complessità della macchina organizzativa messa in moto per portare a compimento il trapianto.
“Questo successo è motivo di soddisfazione per tutta la nostra comunità e rappresenta un’ulteriore conferma degli eccellenti risultati clinici della ricerca medica e scientifica prodotta dall’Ateneo, al servizio della salute della collettività” – afferma la rettrice Antonella Polimeni – Il fatto poi che questo intervento veda in prima linea una giovane chirurga è un segnale forte di come le competenze femminili si possano affermare in ambiti professionali come quello chirurgico, tradizionalmente a quasi esclusivo appannaggio degli uomini”.
“Un grande risultato a testimonianza dell’eccellenza clinica raggiunta dal sistema sanitario regionale” – sottolinea l’assessore Alessio D’Amato – “Voglio ringraziare la Sapienza e i professionisti dell’équipe chirurgica del Sant’Andrea per l’innovativo intervento portato a termine”.
“Un risultato di elevata complessità organizzativa e clinico-assistenziale, frutto dell’esperienza e dello spirito di innovazione dei nostri chirurghi – commenta il direttore generale del Sant’Andrea Adriano Marcolongo – e della capacità di fare rete con altri centri italiani di eccellenza”.
Il direttore sanitario dell’Azienda Ospedaliera-Universitaria Sant’Andrea Paolo Anibaldi, ha dichiarato: “Dopo poco più di un anno di pandemia covid, si possono valutare i primi effetti negativi del virus ed è necessario essere pronti nell’affrontare gli esiti del Sars-Cov-2 e tra queste anche le lesioni tracheali. Da ottobre presso l’Azienda Ospedaliera-Universitaria Sant’Andrea si eseguono interventi limitati a tratti di trachea. I chirurghi toracici, ma è opportuno precisare che la riuscita di questi tipi di interventi è la conseguenza del lavoro in team multidisciplinari, sono stati immediatamente pronti ad affrontare le complicanze legate al covid e per gradi si è presto arrivati anche all’impianto del tratto di aorta in sostituzione della trachea. La direzione dell’Azienda Ospedaliera si è subito attivata per acquisire dalla Banca dei Tessuti di Treviso il tratto di aorta necessaria per l’impianto. Straordinario risultato clinico e tempestiva risposta dell’Azienda Ospedaliero universitaria Sant’Andrea” – conclude il direttore sanitario.
L’intervento chirurgico, che ha coinvolto 5 operatori, è durato circa 4 ore e mezza e condotto con sofisticate tecniche di anestesia, che hanno permesso di non instituire la circolazione extracorporea. La trachea malata è stata rimossa nella sua totalità e successivamente è iniziata la delicata fase di ricostruzione che ha previsto la sua sostituzione con un segmento di aorta toracica criopreservata presso la Fondazione Banca dei Tessuti di Treviso, diretta da Diletta Trojan e perfettamente adattabile alle dimensioni della via aerea del paziente.
“La patologia tracheale era estesa e severa e non poteva essere affrontata con le tecniche di ricostruzione, su cui pure abbiamo maturato una esperienza ventennale – spiega Erino Rendina – e l’unica opzione plausibile era la sostituzione dell’intera trachea con biomateriale”.
“Una delle criticità maggiori nella sostituzione della trachea, tubo rigido e pervio – spiega Cecilia Menna – è il ripristino della sua rigidità: per questo abbiamo provveduto a inserire all’interno dell’aorta impiantata un cilindro di silicone, la cosiddetta protesi di Dumon, della lunghezza di 10 cm e ripristinato completamente la pervietà aerea, la respirazione, la fonazione e la deglutizione”.
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