(di Paolo Giomi) Chiudere tutti i negozi del territorio non per protesta, ma per solidarietà nei confronti di quelle attività che da stamattina, venerdì 2 aprile, ancora una volta e per i prossimi 14 giorni, saranno costrette ad abbassare le serrande “per decreto”. In questo caso, per l’ordinanza emanata ieri notte dalla Regione Lazio che ha ufficializzato la nuova zona rossa per il secondo Comune della provincia, costringendo alla chiusura parrucchieri, centri estetici, negozi di calzature e abbigliamento, e tutte quelle attività considerate “non fondamentali”.
E’ l’iniziativa lanciata via social da una commerciante di Passo Corese, Susanna Ciceroni, titolare della gioielleria di famiglia situata in pieno centro della popolosa frazione farense, che nel corso di una partecipatissima diretta Facebook, ieri sera, ha chiesto ai suoi colleghi commercianti che da oggi fino al prossimo 14 aprile potranno restare aperti di abbassare comunque le serrande, come segno di solidarietà e vicinanza a chi non potrà farlo. In questo discorso, ovviamente, non sono inclusi supermercati e farmacie, che per ovvi motivi non possono certo chiudere i battenti, ma tutti gli altri esercizi che, in un modo o nell’altro, potranno rimanere aperti, compresi bar e ristoranti, la cui attività è consentita soltanto in asporto o a domicilio, e fino alle 18, per i primi, e alle 22, per i secondi.
“La nostra non vuole essere un’iniziativa di protesta, non ha colori politici e non ha nessuna appartenenza di partito – spiega Susanna Ciceroni – vogliamo lanciare un messaggio a chi, da mesi, indipendentemente dal colore, ha creato e sta creando un danno senza fine, il messaggio di ‘facciamo vedere chi siamo, che esistiamo, e soprattutto che le nostre attività per noi, qualsiasi esse siano, non sono hobby, ma una parte essenziale della nostra vita’. Per questo chiediamo a tutti i negozianti da che oggi possono continuare ad esercitare un giorno di chiusura ‘per solidarietà’, salvo supermercati, farmacie e tabaccai. Chiediamo a tutti gli altri di affiggere un cartello fuori dall’attività, per condividere il nostro messaggio, il messaggio di chi, a partire da oggi, dovrà abbassare ancora una volta la serranda per due settimane, non potendo esercitare il lavoro che fa per vivere”.
L’iniziativa sembra aver accolto diverse adesioni, almeno via social. Ora bisognerà vedere quanti commercianti ed esercenti, davvero, chiuderanno per un giorno in segno di solidarietà nei confronti dei colleghi chiusi “per decreto”.
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