“I rider oggi si sono fermati perché aspettano diritti. Vogliono un contratto con tutele, garanzie, equità e rispetto del lavoro. Per essere chiari, i fattorini del food delivery chiedono un contratto collettivo nazionale”. Lo dicono in una nota congiunta Pietro Feliciangeli, Segretario UilTucs di Rieti e Alberto Paolucci, segretario della Uil di Rieti e della Sabina romana.
“Da anni ormai li vediamo sfrecciare da una zona all’altra delle nostre città – ricordano Paolucci e Feliciangeli – pronti a consegnare cibo nelle nostre case. Sono donne e uomini che corrono disperatamente contro il tempo e contro un algoritmo. E lo fanno per vivere. Sono considerati lavoratori autonomi, inseriti in una organizzazione del lavoro, ma in realtà non hanno alcun potere contrattuale”.
“Per loro non esistono ferie, malattie, tredicesima, quattordicesima, Tfr – aggiungono gli esponenti sindacali – Questa è una situazione indicibile, che non tutela lavoratrici e lavoratori. E’ per questo che nella giornata di mobilitazione del No delivery day, che coinvolge trenta città italiane tra cui Rieti, il sindacato di via Matteucci assicura ai rider iscritti alla nostra organizzazione sostegno nella rivendicazione dei diritti e della dignità professionale”.
“Il sindacato confederale lotterà sempre – concludono Feliciangeli e Paolucci – affinché in questo settore della Gig economy prevalgano i diritti e un giusto contratto di lavoro collettivo nazionale, perché non possono e non devono esistere lavoratori di serie privilegiata e lavoratori di serie inferiore”.
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