“La cronaca di questi giorni, quasi interamente occupata da notizie riguardanti la pandemia, riporta però quasi quotidianamente operazioni delle forze dell’ordine nei confronti di spacciatori in attività nella nostra realtà. L’ottimo lavoro di Polizia e Carabinieri (troppo spesso vanificato da una legislazione troppo garantista nei confronti dei venditori di morte) dimostra però come il fenomeno della tossicodipendenza stia crescendo in modo esponenziale nella nostra città, interessando sempre più spesso ragazzi minorenni”: lo scrive Area Rieti con Chicco Costini.
“La cronaca dell’ultimo arresto di uno spacciatore nigeriano, ci dice che il pusher richiedente asilo ha distribuito oltre 440 dosi in città, un numero impressionante considerati gli abitanti della nostra città. Nei giorni precedenti le forze dell’ordine erano dovute intervenire bloccando lo spaccio a ragazzi minorenni in centro storico. Mentre i benpensanti si preoccupano di denunciare ragazzini che giocano a pallone nei parchi, nei vicoli della nostra città, o come ha dimostrato un’ottima inchiesta giornalistica, tramite il web (guarda “Tu che ne pensi?”), fiorisce la distribuzione di questi veleni. I nostri ragazzi, privati dalla pandemia della loro libertà, possibilità di aggregazione, finanche della possibilità d studiare, si ritrovano sempre più soli e diventano preda di mercanti di morte” aggiunge Costini.
“Dopo anni torniamo a vedere l’eroina mietere vittime nelle nostre strade, affiancandosi alla cocaina ed alle droghe sintetiche, con costi sempre più bassi, ed una capillarità nella distribuzione favorita da una manodopera facilmente reclutabile, in una società sempre più povera, e con la presenza di disperati arrivati da altri continenti, che trovano nello spaccio la propria occupazione. Ma la lotta alla droga non può essere solo legata alla repressione nei confronti di chi spaccia, repressione che nonostante l’impegno diuturno delle forze dell’ordine, è spesso vanificata da una legislatura estremamente permissiva e da una magistratura ideologicamente garantista nei confronti di chi commette questi reati” scrive Area.
“Davanti alla recrudescenza del fenomeno è necessario predisporre campagne informative che spieghino in modo scientifico ma comprensibile anche ai giovanissimi la realtà di un percorso che inevitabilmente conduce alla distruzione fisica e psichica di chi cade nella rete, di luoghi di ascolto in grado di intercettare un disagio giovanile, acuito dall’isolamento e dalla riduzione di occasioni di socializzazione positiva. Per stroncare il mercato di morte è necessario intervenire sia sull’offerta (spacciatori) ma anche e soprattutto sulla domanda. Troppo notizie false sulla droga innocua, portano a sottostimare i rischi di un’esperienza che diventa devastante, soprattutto quando iniziata in giovane età. Per questo chiediamo a Comune, provincia, alle istituzioni di farsi attori di iniziative di informazione e formazione, anche attraverso i social, per far conoscere ai ragazzi i rischi legati all’assunzione di sostanze che distruggono fisico e mente. Leggiamo quotidianamente di emergenze stravaganti, cerchiamo di intervenire su un dramma che rischia di colpire il futuro del nostro popolo” conclude Area.
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