“Per la Montagna Laziale: una proposta politica”: iniziativa della Lega

Dopo la prima approvazione della proposta di legge N. 273 del 22 gennaio 2021 “Disposizioni per la salvaguardia, la valorizzazione e lo sviluppo delle zone montane del Lazio”, il Dipartimento Aree Montane – Lega Salvini Premier, ha sviluppato una serie di proposte politiche dedicate alle aree interne. L’esigenza è nata dalla forte volontà di non lasciare i territori montani nell’indeterminatezza organizzativa, strutturale e politica, ma di sviluppare per loro una serie di proposte programmatiche. “Per la Montagna Laziale: una proposta politica” è di un documento aperto da condividere e arricchire: “La nostra proposta è stata inviata a tutti gli enti pubblici territoriali del Lazio montano che potranno integrarla e se vogliono impegnarsi insieme a noi a immaginare con coraggio e concretezza il futuro del territorio: la montagna è una risorsa economica, ambientale, culturale da potenziare con coraggio e concretezza.” fa sapere Mariano Calisse, Responsabile Aree Montane Lega Lazia.

E prosegue: “L’urgenza di questo lavoro è nata proprio dalla pubblicazione della proposta di legge regionale: dalla lettura del testo, non emerge alcuna visione delle future Unioni di Comuni, men che meno del loro funzionamento. Si rimanda ad una sinergia tra Enti, con il giusto principio solidaristico del supportarsi tra piccole amministrazioni, ma non è possibile evincere altro. A nostro parere, le unioni montane vanno rivisitate e contestualizzate rispetto ai bisogni concreti della montagna e di chi la abita, anche in attuazione della Costituzione che non relega nessun territorio ad una situazione di subalternità, ma chiede garanzia di servizi a tutti. Per renderlo possibile è per prima cosa necessaria una visione concreta e non meramente enunciativa della dignità di ogni piccolo borgo, che va immaginato come potenziale destinazione turistica, luogo di produzione artigianale e di lavoro digitale. A livello politico e strategico questo richiede la volontà di investire con programmazione organizzativa e finanziaria. Bisogna dare ai territori montani la certezza economica di poter programmare i servizi, dando fiducia ai nostri Sindaci e amministratori, offrendo loro una struttura adeguata in termini di competenze e capacità. La nostra proposta politica vuole rendere chiaro che le Unioni dei Comuni hanno senso solo se sono accompagnate da forme di programmazione di investimenti ad alto valore. Ad oggi tutti i Comuni hanno problemi di programmazione dei servizi di base, le Unioni devono avere risorse umane e finanziarie per risolverli e supportare gli amministratori. Al contrario se sono preposte per attingere alle già scarse risorse dei comuni, non vi è né efficientamento, né miglioramento del servizio, ma uno sterile risparmio privo di visione di lungo periodo. La Regione ascolti tutto il suo territorio e dia efficacia e strumenti alla sua programmazione e ai suoi interventi legislativi. La Lega c’è e  questo documento è il primo passaggio del percorso generativo che vogliamo per la Montagna Laziale”.

Il documento spedito oggi ai Comuni per conoscenza e miglioramento definisce 5 punti di intervento e li dettaglia, che qui si riportano per conoscenza:

 

  • Sicurezza dei servizi essenziali
    • Garantire le figure chiave di gestione del Comune
    • Accessibilità al Servizio di Trasporto Pubblico
    • Rafforzamento delle cure primarie
  • Strategia organizzativa sovracomunale
    • Potere definito e allocazione razionale delle funzioni delle future Unioni
    • Collaborazione, capacità di innovare e apporto valore
    • Carta dei Servizi come strumento di buona amministrazione
  • Transizione digitale
    • Superamento del digital divide città-campagna
    • Banda ultra-larga e smart grid
    • Centri multi servizi nei negozi di prossimità
  • Impresa, Cultura e Turismo
    • Difesa del patrimonio identitario del mondo rurale
    • Valorizzazione delle destinazioni a vocazione sciistica
    • Ristori immediati e agevolazioni fiscali alle imprese montane
  • Finanziamenti e defiscalizzazione
    • Riequilibrare i driver di spesa, evitando di favorire i comuni più popolosi
    • Aumentare la capacità di programmazione attraverso finanziamenti stabili nella parte corrente

 

Foto: RietiLife ©

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