Dodici mesi esatti sono trascorsi dal 6 marzo 2020, quando dall’ospedale Spallanzani di Roma arrivò il risultato del primo tampone eseguito su una donna di origine cinese residente a Fara in Sabina e l’Unità di Crisi dell’Azienda Sanitaria Locale di Rieti, istituita il 24 febbraio 2020, ne formalizzo la positività, con la disposizione delle prime quarantene. Sia il primo che il secondo tampone risultarono positivi al Sars-CoV2 trasformando in un 24 ore la donna nel paziente 1 in provincia di Rieti.
Un anno di pandemia lo ripercorre Asl.
In questi 12 mesi l’attività di prevenzione e contenimento della pandemia da parte della Asl di Rieti è stata incessante. Il numero di tamponi effettuati presso la rete drive-in (che conta una sede fissa a Rieti e 14 mobili su tutto il territorio), presso le 74 strutture socio sanitarie e socio assistenziali e presso il domicilio dell’assistito (grazie alle equipe itineranti dell’API e le USCAD), hanno superato quota 58.000 (58.079). Dall’inizio della pandemia sono 11.963 le persone prese in carico e assistite dal Servizio di igiene pubblica aziendale. Durante la cosiddetta “prima ondata”, da marzo 2020 all’8 luglio 2020 i positivi sono stati 464, dal 18 luglio 2020 ad oggi, il numero dei positivi ha raggiunto 7.250 unità. Dall’8 luglio 2020 al 18 luglio 2020 la provincia di Rieti è stata decretata Covid free. E’ stata l’unica provincia del Lazio ad azzerare completamente i positivi. Numerose, purtroppo, le persone decedute, di cui la stragrande maggioranza ultraottantenni, molti dei quali affetti da gravi patologie già presenti prima della comparsa del virus e che lo stesso ha acutizzato.
Con il paziente 1 e la comparsa del virus sul territorio della provincia di Rieti, l’Azienda ha avviato un grande processo di riorganizzazione e di trasformazione di scopi e di strategie dei servizi, sia ospedalieri che territoriali, con nuovi e più avanzati livelli di integrazione operativa, passando repentinamente dalla gestione dell’inatteso verso la gestione del prevedibile/pianificato. Tutto ciò è stato possibile anche grazie ad un potenziamento e ad una riqualificazione delle risorse professionali, che nel 2020 ha portato l’Azienda a misurare in 2.060, il numero di professionisti dipendenti (+585 unità rispetto al 2018).
Tra gli interventi di sanità pubblica di maggiore portata disposti dalla Asl di Rieti, non si può non ricordare, la realizzazione di una Centrale operativa per la gestione dei casi, sia per il tracciamento che per il monitoraggio degli isolati a domicilio, sia per la gestione clinico-assistenziale dei pazienti sintomatici al domicilio. La trasformazione, nel mese di marzo 2020 e in sole 24 ore, delle due Case di riposo private, S. Lucia e ALCIM (160 persone tra ospiti, operatori e suore) in covid Hospital. La trasformazione, nell’aprile del 2020, dei reparti dell’ospedale in reparti covid, con l’applicazione di un “modello a fisarmonica” delle degenze. L’apertura, il 27 novembre 2020, di un Covid Hotel a Greccio da 92 posti letto complessivi. L’istituzione di una linea unica di raccordo e gestione dell’emergenza, tra la Asl di Rieti e i 73 Sindaci della provincia di Rieti. L’attivazione, il 30 novembre 2021, di un’area covid da 10 posti letto presso il Pronto Soccorso del de’ Lellis, l’apertura, l’8 febbraio scorso, di uno dei centri vaccinali più grandi del Lazio presso l’ex Bosi e l’inaugurazione, lo scorso 1 marzo, della seconda Terapia Intensiva dell’ospedale de’ Lellis di Rieti, con 10 posti letto covid a pressione negativa in stanze singole che ha portato l’ospedale reatino ad una estensione massima di posti letto covid pari a 97 unità. La realizzazione di una Centrale operativa per la gestione dei casi, sia per il tracciamento che per il monitoraggio degli isolati a domicilio, sia per la gestione clinico-assistenziale dei pazienti sintomatici al domicilio.
E’ di questi ultimi mesi l’avvio della Campagna vaccinale, l’unico strumento in grado di arrestare il virus e permettere la ripresa di tutte le nostre attività in serenità e sicurezza. Ad oggi, la Asl di Rieti, ha somministrato oltre 13.000 dosi di vaccino (13.486) tra personale sanitario aziendale, personale sanitario e ospiti delle 74 strutture socio sanitarie e socio assistenziali, over 80 anni, under 55 e 65 senza patologie (tra cui Forze dell’ordine, docenti e non docenti delle Scuole e Università, medici liberi professionisti e sanitari iscritti agli Ordini professionali). Oltre 15.000 invece (15.605), le prenotazioni raccolte dalla Asl di Rieti. In corso da alcuni giorni la vaccinazione dedicata alle persone under 65 anni effettuate dai Medici di famiglia in accordo con la Asl di Rieti, degli estremamente vulnerabili, oncologici, affetti da SLA e le persone classe 78 e 79 anni, a cui seguirà un ulteriore ampliamento della campagna vaccinale per raggiungere quanto prima tutta la popolazione residente. Si tratta del più importante intervento di sanità pubblica degli ultimi decenni. Una campagna su larga scala per uscire prima possibile dall’emergenza. Vaccinarsi significa avere un ‘alto senso civico’: perché protegge la propria e l’altrui salute, il bene più prezioso da difendere con ogni mezzo.
“A 12 mesi di distanza dalla comparsa del primo caso in provincia di Rieti, i nostri operatori sono ancora impegnati nella battaglia per sconfiggere il virus – spiega il Direttore Generale della Asl di Rieti Marinella D’Innocenzo. Per questo voglio ancora una volta ringraziare e esprimere riconoscenza a tutto il personale della Asl di Rieti che a vario titolo sta contribuendo a contrastare, con tutte le forze e i mezzi di cui disponiamo, l’emergenza pandemica. Si tratta di un’operazione complessa che ci vede coinvolti professionalmente e umanamente senza soluzione di continuità. Un pensiero sincero di cordoglio va alle persone che non ce l’hanno fatta e ai loro familiari con l’impegno a proseguire senza indugio nella battaglia contro il virus, che sono certa, grazie al vaccino, sconfiggeremo”.