“Se è possibile immaginare un solo elemento positivo, che ci sarà lasciato in eredità da questa drammatica esperienza della pandemia, è il ritrovato interesse della società nei confronti dell’istituzione scolastica”: lo scrive il consigliere provinciale, Alessio Angelucci.
“Cosa succede senza Scuola? Aumentano le disparità sociali, aumentano i tentativi di suicidio, di autolesionismo e di violenza in generale da parte dei giovanissimi. L’isolamento, l’assuefazione dai social e l’incapacità di molte famiglie, nel fronteggiare questa difficilissima fase storica, rendono sempre più vulnerabili le nuove generazioni e dunque, più che mai è importante ridefinire i fini dell’educazione, come la formazione di uno spirito capace di vivere la propria libertà in modo equilibrato. E’ una contraddizione pedagogica ridurre la Scuola a puro mezzo di riproduzione ideologica o a semplice formazione tecnica quale è richiesta dal sistema economico. Senza negare gli scopi pratici dell’educazione, la sua finalità più alta, che è di ordine umanistico, esige di essere fortemente rivendicata. Noi che siamo ‘politici’, noi che dovremmo guardare al sistema d’istruzione, come investimento prioritario per la rinascita della nostra comunità, ci comportiamo in modo pedagogicamente accettabile, o ancora una volta usiamo l’argomento scuola, per qualche voto in più? Il dubbio mi viene leggendo le esternazioni di chi, in Provincia, ha la delega proprio all’Istruzione: la collega Claudia Chiarinelli. Nel giorno in cui infatti inaugura i moduli provvisori, che ospiteranno diverse classi di alcuni istituti superiori della Città, pubblica un post facebook dove annuncia la sua ricandidatura al Consiglio Provinciale, con tanto di foto con studenti. Un manifesto elettorale che si poteva e si doveva evitare, anche perché, l’unico risultato raggiunto da questa amministrazione, i moduli appunto, sono opera del Governo e non della Provincia. La Chiarinelli e Calisse hanno ripetuto per due anni, che ci sarebbero stati spostamenti di sedi universitarie, che sarebbero iniziati i lavori a palazzo degli studi, tutte esternazioni che non hanno trovato riscontro nella realtà, e, se non fosse stato per i fondi stanziati dal MIUR causa covid per Rieti, pari a 1,7 milioni di euro, non avremmo avuto neanche questi moduli. Dichiara poi, sempre la Chiarinelli, che queste strutture provvisorie, rimarranno anche dopo la pandemia, affermando che la Regione e l’ufficio per la ricostruzione, hanno trovato già la strada per arrivare a questo risultato. Bene, siamo tutti al lavoro per questo obiettivo, mi domando solo se esista un documento che attesti ciò, e soprattutto se l’Assessore Regionale alla Scuola Di Berardino, sia informato. A quattro anni dal sisma, senza neanche un cantiere aperto per gli adeguamenti, rivendicare risultati inesistenti, e appropriarsi di quelli altrui, è stucchevole, ma da l’idea di come certa politica consideri il mondo della Scuola” conclude Angelucci.
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