(di Christian Diociaiuti – da RietiLife Free Press) Erano pronti a respirare, a non accontentarsi del pienone di sabato e domenica e del mordi e fuggi, ma di un turismo “bianco” che con questi ritmi e con questa neve (quasi tre metri) avrebbe portato almeno una sessantina di giorni d’ossigeno. L’ordinanza del Ministro Speranza – spaventato dalle varianti del covid e dalle indicazioni del Cts – invece adesso soffoca il Terminillo, che pure ieri – con la seconda bella giornata di fila, ha registrato “tanti turisti per un giorno” e visto sfumare il lavoro per la riapertura che era stata garantita ed è stata poi cancellata di domenica, a ora di cena. Il Governo si è impegnato a fornire ristori a un settore che li reclama da mesi, ma la riapertura al 5 marzo, tra battute e pura realtà, fa dire una cosa: “Per quel giorno la neve si sarà sciolta”.
“Prenotazioni, assunzioni. I tamponi ai maestri. È dilettantismo annunciare così le chiusure, a poche ore dal via dell’attività” si sfoga Simone Munalli della Scuola Sci Terminillo. La boccata d’ossigeno tanto agognata, nella stagione in cui la neve ha benedetto un Terminillo in rampa di lancio, non arriverà. Erano pronte a riaprire Quadriposto, le Carbonaie e la Cardito Sud oltre al tappetone e relativi impianti (stop solo alla funivia per motivi sanitari), ma restano solo scialpinismo, fondo e ciaspole. “Comunicare 12 ore prima uno stop a degli imprenditori che si sono organizzati, non è rispettoso – spiega Michele Casadei, albergatore e numero uno di Federalberghi Rieti – ad esempio abbiamo comprato centinaia di skipass per darli ai clienti al check-in ed evitare assembramenti e abbiamo fatto delle assunzioni. E ora? Solo disdette a fronte di investimenti. Si addossano le colpe della pandemia agli albergatori e ai ristoratori, ma dove sono gli assembramenti e i cluster in questi settori? Non vogliamo mancette, vogliamo lavorare. Riaprire il 5 marzo? Una presa in giro iniziare la stagione quando la gente già va al mare”. Le chiusure sono anche miccia di scontro politico con FdI che attacca il e il deputato Trancassini pronto a “portare la causa degli operatori in Parlamento”. E per il consigliere comunale Donati (Lega) “quando si reca un danno, questo va indennizzato”.
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