(ch.di.) C’era Seb Coe, quella volta vicinissimo al record del mondo di specialità, i 1.500. E poi c’era lui, Stefano Mei, a siglare il record italiano dei 1.500 che sarebbe resistito tre anni: 3:34.57. L’ex atleta delle Fiamme Oro e azzurro, nel 1986 segnò il suo nome tra quelli dei protagonisti in un affollatissimo e bellissimo RietiMeeting: 7 settembre 1986, a pochi giorni dalla vittoria nei 10.000 della medaglia d’oro agli Europei di Stoccarda, nell’allora Germania Ovest (crono 27’56″79) e dell’argento nei 5.000 (13’11″57).
Ieri Stefano Mei è diventato il numero uno dell’atletica italiana, vincendo le elezioni FIDAL contro Roberto Fabbricini e Vincenzo Parrinello, contro il quale è andato al ballottaggio. In questi ultimi mesi Mei si è visto spesso al Guidobaldi: in piena campagna elettorale, è venuto a Rieti ad incontrare le società in gara soprattutto nell’evento tricolore dedicato agli allievi. Così come gli altri candidati. A breve lo rivedremo a Rieti in veste di presidente della FIDAL. Certo, la strada non è facile: il consiglio federale eletto con lui è in maggioranza… di opposizione. Forse, anche per questo che ha detto di voler essere “Il presidente che unisce” oltre a voler “premiare il merito”. Di fronte a lui 4 anni importanti, che seguono la pandemia (anche se l’atletica non si è mai fermata davvero).
E poi due grandi sfide per l’atletica italiana che passano proprio da Rieti e dal Lazio: ad agosto gli Europei under 18 del Guidobaldi e nel 2024 gli Europei di Roma, per i quali Rieti si è già candidata come “satellite”.
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Foto: Rai – Mezzelani/GMT ©