“Il settore delle costruzioni guarda con molta attenzione e interesse ai vari incentivi messi in campo dal Governo per agevolare il miglioramento, la riqualificazione e l’efficientamento energetico del patrimonio immobiliare di questo Paese, come ripone grandi aspettative di cambiamento e ammodernamento infrastrutturale tramite i progetti e i finanziamenti del Recovery Plan. Apprendiamo con gioia, anche se con notevole ritardo, la notizia dell’indicazione dei 30 commissari per accelerare le 59 grandi opere del paese, dove all’interno della nostra regione sono state inserite ben 8 infrastrutture, attese da anni che con procedure ordinarie non siamo stati capaci di realizzare” ha detto la Filca Cisl Lazio.
Per continuare: “Grazie alle opere del Recovery fund si produrrà un aumento del PIL annuo in tutto il Lazio del 3 %. I soldi ci sono, ma bisogna avere meccanismi snelli che garantiscano la cantierizzazione in tempi certi per garantire posti di lavoro a migliaia di lavoratori nel settore delle costruzioni e nel suo indotto. Occupazione che ha visto nel settore delle costruzioni perdere oltre 50 mila posti di lavoro dall’inizio della crisi. Mettendo a confronto il periodo ottobre 2018–settembre 2019 ed ottobre 2019–settembre 2020 si riscontrano 1.097 lavoratori espulsi dal settore, pari al –2,97%, 497 imprese che hanno chiuso i battenti pari al –5,76%, infine la massa salari registra una riduzione del 14,81%,con una diminuzione delle ore lavorate pari al 15,81%“.
“Pur in questa situazione drammatica, la macchina amministrativa e politica fatica a trovare soluzioni per invertire una condizione di difficoltà. Eppure di opportunità e di opere sospese da anni nella nostra regione ce ne sono e non poche. Pensiamo alle storiche opere ferme, ma sempre puntualmente utilizzate come cavalli di battaglia nelle diverse campagne elettorali, alla Orte–Civitavecchia, opera iniziata nel 1973 e mai completata, oggi ancora ferma alle porte di Monteromano; pensiamo alla famosaRoma – Latina, concepita nel 2001 con la legge Obiettivo ma subito entrata in un vortice tra bocciature, ricorsi al Tar e Consiglio di Stato; pensiamo alla messa in sicurezza dell’arteria Monte Lepini, che collega Frosinone a Latina, alla grande opera della Metro C di Roma, pensiamo ai ritardi accumulati, fino ad oggi, nella ricostruzione delle zone colpite dal terremoto. I soldi ci sono sempre stati ma nei quattro anni passati la ricostruzione è andata sempre a rilento” hanno ribadito i sindacati.
Per concludere: “Pensiamo a tutti i finanziamenti che sono annualmente stanziati sul tema del dissesto idrogeologico dove il Lazio è riuscita ad appaltare poco più del 40% delle risorse transitate negli ultimi dieci anni. Ora è finito il tempo degli annunci, abbiamo tutte le condizioni per fare presto e soprattutto fare bene. Occorre un tavolo permanente con la Regione Lazio, che monitori l’andamento di tutti i lavori in campo. Abbiamo una grande occasione di sviluppo ma anche una grande responsabilità nel gestire questa irripetibile opportunità”.
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