La chiusura totale o parziale del canale Horeca e le restrizioni imposte, stanno penalizzando tutto il settore agroalimentare, che proprio nelle attività di ristorazione ha uno sbocco del 30 per cento della produzione. A risentirne con un impatto particolarmente pesante è soprattutto il settore della zootecnia da carne, in cui si registra un impatto economico negativo per due allevamenti su tre, pari al 63 per cento.
Ad influire in maniera negativa, su una situazione già fortemente compromessa, è stato anche il diffondersi di fake news sugli allevamenti, che in un anno ha comportato la diminuzione delle macellazioni di bovini del 17,8% e del 20,2% quelle dei suini, secondo un’analisi Coldiretti su dati Istat. Un calo della domanda che inevitabilmente ha causato il crollo dei prezzi di vendita, mandando in sofferenza soprattutto le razze storiche italiane.
“L’emergenza Covid è costata sino ad oggi alle stalle italiane 1,7 miliardi di euro – spiega il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri – tra il blocco delle vendite, con la chiusura del canale della ristorazione, le fake news e il crollo dei prezzi, mettendo a rischio la sopravvivenza della Fattoria Italia. Durante il primo lockdown ci siamo battuti contro le numerose speculazioni che sono state messe in atto e abbiamo avviato anche una campagna social per contrastarle, oltre all’ausilio di strumenti legali, procedendo con la denuncia all’autorità giudiziaria contro chi cercava di ottenere profitto da questa situazione”.
Per affrontare il crack subito dalle stalle italiane, il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, ha scritto una lettera al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che ha assunto l’interim di ministro delle Politiche agricole, chiedendo un intervento immediato per dare garanzie alle imprese e salvaguardare una filiera, che è strategica e centrale per tutto il sistema agroalimentare nazionale.
“Una problematica che a cascata si ripercuote su tutta la filiera – aggiunge Granieri – Basti pensare che solo nel Lazio l’attività zootecnica viene esercitata da oltre 9.600 aziende, di cui circa 5.600 sono aziende di bovini e il 40% delle aziende bovine alimenta la filiera lattiero-casearia. La filiera dell’allevamento ovino, non è da meno e rifornisce importanti filiere di trasformazione di formaggi tipici. Servono quindi strumenti di sostegno immediati, aiuti diretti alle imprese e ristori concreti. Allo stesso tempo è necessario anche un confronto attraverso un tavolo nazionale di filiera per poter costruire le risposte che servono ai nostri allevatori”.
Coldiretti e Filiera Italia stanno già lavorando su nuovi progetti di investimento per la zootecnica sostenibile, che potranno contribuire al grande sforzo di ripresa del Paese, attraverso le risorse europee di Next generation EU e il Recovery Plan. L’emergenza di oggi, però, mette a rischio troppi allevatori per attendere l’orizzonte temporale del Recovery.
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