“Ancora sulla vendita delle farmacie”: inizia così’ la nota dell’ex assessore Paolo Bigliocchi. “Torno su di un argomento già ampiamente trattato dopo aver letto il comunicato delle organizzazioni sindacali e dopo aver ascoltato dichiarazioni dell’assessore Valentini e lo faccio ritenendo opportuno chiarire in modo semplice e comprensibile le perplessità ed i dubbi suscitati dalla scelta fatta dall’amministrazione comunale (socio di maggioranza) e fatta propria (difficile il contrario) dal CDA di ASM. Attualmente l’attività dell’azienda si basa su tre assi principali che sono il trasporto (comprensivo di granturismo), la raccolta rifiuti ed appunto le farmacie , settore che non ha mai avuto grandi utili ma è stato comunque importante per garantire quel “cassetto” di liquidità importante per il pagamento della spesa corrente ed anche per coprire situazioni debitorie come ad esempio il debito verso Viterbo ecologia per cui si trattò un piano di rientro che spero sia stato onorato o ridiscusso”.
“Dismettere le farmacie significa, conoscendo i bilanci, indebolire strutturalmente l’azienda lasciando settori che sono storicamente in passivo o in pareggio se tutti pagano la tari con regolarità e quindi il problema non riguarda solo il settore specifico ma il complesso ed il futuro di ASM e non solo… Credo che l’Ente abbia ben chiaro che in presenza di bilanci in passivo di una ASM ripubblicizzata dovrà accollarsi l’onere di ripianarli con tutto quello che comporta per il suo bilancio. Vendere il patrimonio può avere un senso per differenziare gli investimenti ma non per liquidare un socio e su questo torneremo. Se la scelta fosse vendere per ad esempio investire su Casapenta sarebbe un ragionamento diverso, sarebbe la scelta di un piano industriale diverso ma comunque sempre nell’ottica di produrre utili. Scegliere di usare quei soldi per liquidare il socio privato, che tanto volle la parte politica che oggi amministra, è una perdita secca di liquidità che garantisce solo la continuità di contratti che da soli non sono in grado di sostenere l’azienda” dice Bigliocchi.
“Quando il Sindaco dice che lo hanno fatto anche amministrazioni di sinistra dice il vero ma scorda di dire quale era l’inquadramento societario delle farmacie di Bologna o Torino che erano in società dedicate e quindi non impattavano sul bilancio generale di una società multisevizi quale è ASM. Tutto questo per manifestare grande preoccupazione per il futuro, per i livelli occupazionali generali e lo svolgimento dei servizi anche se per quelli si trova sempre qualcuno pronto a subentrare. Pensare poi di usare i fondi della vendita per liquidare azimut pone un problema di regolarità in quanto credo logico che un socio compri azioni dall’altro socio con fondi propri e non con soldi dell’azienda (ricordando la proprietà delle farmacie) e non si capisce come quei soldi possano entrare nel bilancio del Comune. L’assessore Valentini dice che ci penseranno i consulenti e questo non è rassicurante e non lo è perché dà l’idea che neanche chi amministra abbia ben chiaro cosa accadrà ma comunque voglio ricordare che anche nel bilancio dell’Ente la vendita del patrimonio deve essere impegnata in investimenti. Anche in questo caso non nascondo la preoccupazione di atti che potrebbero avere una diversa lettura dalla magistratura contabile ed ordinaria” dice Bigliocchi.
“Creare le condizioni per l’affidamento dei servizi ad ASM è stato per tutti un impegno per cui si è lavorato ma temo che questo possa avvenire creando condizioni che ne determinino la fine e mi piacerebbe sapere come i revisori dell’azienda vedono l’uscita di ingenti somme verso il socio di minoranza o verso il Comune. Ricordo ad esempio le grandi difficoltà di accesso al credito che non saranno certo migliorate da una vendita del patrimonio. Farei molta attenzione anche all’applicazione della clausola sociale per il mantenimento dei posti di lavoro perché ha tempi definiti e nessuno può impedire ad un privato, che vuole giustamente fare utili, azioni di ristrutturazione aziendale” conclude l’ex assessore.
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