Il figlio Filippo, 22 anni, morì una settimana dopo il terremoto che il 24 agosto 2016 sconvolse il centro Italia, per le ferite riportate nel crollo della casa in affitto dove vivevano tutti insieme ad Amatrice (Rieti). Ora Mario Sanna e la moglie Stefania Ciriello vorrebbero costruire a loro spese un’abitazione a Rieti, ma il Comune chiede 42.000 euro quali oneri di costruzione, “una cifra enorme nella sua giustificazione – dicono – irrisoria rispetto ai miliardi stanziati per il terremoto, ma assolutamente improponibile per la nostra situazione”.
“Abbiamo chiesto a più riprese ai vari Commissari di porre rimedio a un’evidente ingiustizia ai danni di quanti, non proprietari, ma semplicemente locatari, hanno visto distrutta la loro vita sotto il crollo dell’immobile che abitavano da molti anni. Ci si è occupati di assicurare la ricostruzione di case che costituivano seconda o terza proprietà a reddito, e non si è pensato di equiparare i locatari che quelle abitazioni le hanno vissute. Abbiamo chiesto di attingere all’art.17 lettera D del Testo unico sull’edilizia per usufruire dell’esenzione dal pagamento degli oneri di costruzione, concesso a chi subisce calamità naturali. Il Comma 3 dell’art. 6 della legge 189/16 sulla ricostruzione dei territori del Centro Italia riprende quell’articolo, ma non inserisce i locatari come fruitori del provvedimento”.
E così Mario Sanna annuncia uno sciopero della fame a oltranza, “finché anche i locatari delle case distrutte potranno usufruire dell’esenzione dal pagamento degli oneri di costruzione”. Nel contempo Mario, che con la moglie Stefania ha fondato l’associazione ‘Il sorriso di Filippo’, richiede lo sblocco della discussione in VIII Commissione della Camera che vede ferma la Proposta di legge sul Fondo per i familiari delle vittime del sisma 2009 e 2016. Lo riporta Ansa.
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