“Azione Studentesca Rieti condivide pienamente le proteste e le perplessità degli studenti reatini, che in questi giorni stanno manifestando in opposizione al prematuro ritorno alla didattica in presenza imposto a gennaio”: lo scrive Azione Studentesca.
“Non si capisce perché prima di Natale, con l’Italia in zona gialla, le scuole superiori siano rimaste chiuse, mentre ora, con quasi tutte le regioni in zona arancione o rossa, debbano riaprire così in fretta. Si fatica a comprendere quali siano i criteri con cui agisce questo governo” dice Pietro Scasciafratte, responsabile provinciale di Azione Studentesca.
“Azione Studentesca Rieti raccoglie, inoltre, le preoccupazioni di molti insegnanti e di tanti genitori, che, in queste ore, a causa dell’attuale situazione epidemica e dei disagi provocati dalla scelta di scaglionare gli orari di ingresso e di uscita delle scuole – che hanno innescato non pochi problemi sul fronte dei trasporti – hanno espresso la loro contrarietà al ritorno in classe degli istituti superiori” dicono.
“La soluzione a questa crisi è quella di prolungare la Dad fino al 1° febbraio, aspettando che i contagi scendano sensibilmente, e che il trasporto pubblico venga organizzato prendendo in considerazione le esigenze dei pendolari. Nel frattempo i ragazzi potrebbero continuare a fare lezione a distanza, magari con i professori collegati dai computer della scuola, visto che al momento sono comunque obbligati a presentarsi in aula nonostante gli alunni stiano scioperando a oltranza. Speriamo che il corpo docente accolga con favore la nostra proposta” fa sapere Azione Studentesca Rieti nella sua nota.
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