Riceviamo e pubblichiamo la nota di Paolo Bigliocchi, medico reatino ed ex assessore in Comune. È una lettera a Cicchetti.
Caro Antonio,
ho letto le tue dichiarazioni sulla vendita delle farmacie e non volendo entrare nella classica, ed ormai anche un pò stucchevole, polemica tra maggioranza ed opposizione mi limiterò ad alcune considerazioni su punti specifici che tu hai evidenziato. Non mi stancherò di dire, cosa fatta più volte, che si continua a parlare impropriamente di “farmacie comunali” in quanto le stesse sono parte integrante dell’azienda e proprietà della stessa di cui l’ente è socio di maggioranza, peraltro qualificata, ma non unico proprietario.
Questa premessa mi è utile per sviluppare il mio ragionamento perchè partendo da questo credo sia facilmente deducibile che i proventi della vendita non entreranno nelle casse del Comune ma in quelle dell’ASM e, credimi, mi è difficile comprendere il marchingegno finanziario che si utilizzerà per liquidare il socio privato dal bilancio di ASM.
La logica mi porta a pensare che un socio liquida un altro socio con fondi proprio.
Mi sembra sottovalutato il danno patrimoniale che si crea per ASM ed anche per l’Ente, quindi per la comunità , stralciando un ramo d’azienda potenzialmente produttivo e lasciandone due storicamente improduttivi con lo smaltimento rifiuti che, se tutti pagano, va in pareggio ed i trasporti che come ben sai sono cronicamente in perdita.
Sai bene che il ruolo “sociale” delle farmacie, tutte per la verità, sta cambiando rapidamente e che ragionare in termini di tariffari è riduttivo moltiplicandosi i campi di intervento che oggi comprendono anche la diagnostica e tutto un mondo del parafarmaco che non esisteva ai tempi.
Per cui ritengo che in questo ampliarsi di prestazioni le farmacie ASM potrebbero in realtà svolgere un ruolo di contenimento dei costi di cui le fasce sociali in maggiore difficoltà potrebbero usufruire. Ma questo è probabilmente frutto della mia fantasia.
Poni il problema della Madia ma non essendo le farmacie del Comune credo che vada posto in termini diversi.
In particolare dovresti porti il problema della possibilità per l’Ente di essere ancora socio di Sogea, di cui si aspetta la messa in liquidazione, di ASM ed anche del Consorzio universitario, cosa che mi sembra sia stata anche sottolineata dai dirigenti.
In realtà credo che tu sia consapevole che l’azienda che stai pensando non ha futuro e che l’Ente non sarà di certo in grado di sostenere e ripianare eventuali bilanci in perdita a meno che non ci sia già qualcuno fuori dalla porta pronto a correre per rilevare servizi. Ma questo non voglio nemmeno pensarlo!
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