Riceviamo e pubblichiamo la storia di due reatini, inviata da una lettrice
Dopo oltre cinquant’anni insieme sconfiggono il Covid, un grazie alla sanità reatina. Solo lo scorso anno festeggiavano le nozze d’oro, il sisma del 2016 li privava della loro abitazione e tanti altri sono gli eventi che Luciana e Renato hanno condiviso in oltre 50 anni insieme.
A metà novembre la prima ad arrendersi al “mostro” è Luciana che, dopo dieci giorni di cure in casa, viene ricoverata all’ospedale San Camillo de Lellis di Rieti, con una polmonite bilaterale interstiziale severa da Covid. Giorni di ansia e preoccupazione, le cure prestate sono da protocollo e l’assistenza la migliore che la situazione pandemica possa consentire, i medici non si sbilanciano: la guerra contro il “mostro” è dura.
In casa si attendono le notizie della sera, il reparto informa i familiari sulle condizioni dei pazienti dalle 18 alle 20, una telefonata, paragonabile ai bollettini di Radio Londra, così preziosa e anticipata da tante preghiere di speranza.
Non sono trascorsi neanche dieci giorni da quel primo ricovero che anche Renato cede i suoi polmoni all’aggressione del temuto nemico invisibile.
Sono vicini nello stesso reparto di malattie infettive, ma Luciana, che migliora piano piano è troppo debole ed a rischio, per sapere di Renato per la cui vita si è temuto durante la prima settimana di ricovero; quindi un susseguirsi di piccole bugie e mancate verità, sempre a fin di bene…
Si avvicina il Natale, sono sempre ricoverati, Luciana sente il personale medico di parlare di un Colandrea, sussurra appena la domanda di chi fosse quel paziente omonimo di suo marito, fino a scoprire che in realtà era proprio lui. Lei che sta meglio viene accompagnata a trovare Renato, che fino a poco prima credeva al sicuro a casa con la figlia, il genero e gli adorati nipotini.
Incontrarsi è stato per loro l’unico regalo di questo assurdo Natale trascorso in corsia, ma l’emozione è stata tanta e così intensa da contagiare il personale che si è trovato ad assistere al commovente incontro.
Ora che sono tornati a casa un po’ acciaccati ma vittoriosi Luciana e Renato vogliono ringraziare, sperando di non dimenticare nessuno, il primario del reparto di malattie infettive professor Mauro Marchili, tutto il personale medico del reparto in modo particolare la dottoressa Pitorri, che ormai all’ambito traguardo della pensione, ha deciso di prestare opera di volontariato per dare le preziose notizie ai parenti dei ricoverati, i dottori Scuderi, Venditti e Giachetti.
Il prezioso lavoro dei medici della pneumologia che si sono presi cura dei loro polmoni con grande professionalità, il dottor Franco Sciarra, la dottoressa Donatella Mancini e il dottor Vittorio Pietrangeli.
Tutto il personale infermieristico ed ausiliario del reparto che tra mille difficoltà svolge con grande abnegazione il proprio lavoro in questo difficilissimo momento.
Uno speciale ringraziamento al medico di base la dottoressa Eugenia Roberta Migliacci e alla dottoressa Emanuale Vulpiani che svolgendo con grande professionalità ed umanità la loro attività, sono state un prezioso supporto.
Un grazie di cuore ai tantissimi parenti ed amici, che pur non potendoli abbracciare, hanno mostrato il loro grande affetto e la loro vicinanza chiamandoli ogni giorno.
Questa storia, la loro storia di malati Covid vogliono condividere e rendere pubblica, perché sia di speranza per molti che stanno vivendo analoghi momenti difficili e un doveroso ringraziamento a chi sta lavorando, in condizioni subumane, onorando la propria professione sanitaria fino a rischiare la vita per il prossimo.
Lucia Mastrogiovanni e Renato Colandrea
Foto: RietiLife ©