Pensare che gli Amministratori della provincia di Rieti rispondano alla politica del “si signore” o che i cittadini possano continuare a subire indiscriminatamente, non paga e la dimostrazione è arrivata ieri sera durante l’assemblea dei sindaci di Ato3 nella quale all’ordine del giorno era in discussione il nuovo piano tariffario. Un piano difeso da Aps, dalla Provincia (che invece di uscire dalla partecipazione societaria punta a rafforzarla) e pochi altri considerando un primo voto dei sindaci che hanno bocciato la linea su ogni fronte, al punto di far chiedere al Presidente della Provincia il rinvio dell’assise visti i numeri che avrebbero portato altrimenti all’aumento della tariffa senza remore. Serve un giusto punto di equilibrio tra investimenti da fare necessariamente in ogni comune, compresi quelli che non ricadono nell’area dei benefici dell’interferenza d’ambito, e programmazione della tariffa che, da quanto proposto, porterebbe a un aumento nel prossimo triennio del 15 percento. Numeri troppo alti a fronte di un programma di interventi per nulla condiviso e poco congruo con l’attuale gestione di Acqua Pubblica Sabina che ancora ad oggi vede problemi che rischiano di diventare cronici con dati preoccupanti relativi i tempi di intervento per le riparazioni, il costo troppo elevato della gestione e della struttura, la grave mancanza di acqua in diversi punti del territorio che mai ne avevano sofferto prima, l’inaccessibilità del 15 per cento dei contatori che comporta un tasso di evasione importante, le perdite elevate in condotta, l’assenza di squadre operative competenti per singole aree e molto altro ancora. E in questo contesto la Provincia e l’Aps cosa fanno? Chiedono un aumento spropositato che coincide con il peggior momento economico del nostro Paese che pensa a lottare contro il Covid e la crisi. Abbiamo tutti puntato e investito su Acqua Pubblica Sabina, che ribadiamo essere una società pubblica che potenzialmente dovrebbe dare tranquillità in materia di gestione delle acque a tutti i nostri cittadini e non certo preoccupazioni continue, e per questo, in seno all’assemblea di Ato3, è arrivata una sonora bocciatura di un piano tariffario senza anima che è stato realizzato in assenza di confronto con gli amministratori e con la presunzione di dover passare per forza. Il fronte del “no” è stato però schiacciante e questo ha comportato un rinvio della discussione con l’impegno di poterlo migliorare e renderlo quantomeno congruo con le ambizioni che abbiamo. Se così sarà ognuno di noi si prenderà la responsabilità di votarlo e di pianificare l’azione per il prossimo triennio avendo rispetto di ogni singolo comune purché comunque ci siano i margini per ridurre pressoché allo zero gli aumenti previsti per il 4 per cento per la prossima annualità e purché ai sacrifici dei territori corrispondano quelli di una gestione societaria che continua ad apparire appesantita rispetto ai servizi resi.
Queste le parole dei Sindaci di Amatrice, Antrodoco, Ascrea, Belmonte in Sabina, Borbona, Borgovelino, Cantalice, Cantalupo, Castel di Tora, Castel S.Angelo, Casteluovo di Farfa, Cittaducale, Cittareale, Collalto Sabino, Colle di Tora, Collegiove, Collevecchio, Colli sul Velino, Concerviano, Cottanello, Fiamignano, Forano, Frasso Sabino, Greccio, Labro, Leonessa, Longone Sabino, Magliano in Sabina, Micigliano, Mompeo, Montopoli in Sabina, Nespolo, Paganico Sabino, Pescorocchiano, Petrella Salto, Poggio Catino, Poggio Mirteto, Poggio Moiano, Poggio Nativo, Posta, Rocca Sinibalda, Scandriglia, Stimigliano, Tarano, Toffia, Torricella in Sabina.
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