(r.l.) “Stiamo lavorando per cercare di rinforzare il piano natalizio. Noi dobbiamo arrivare in condizione di massima resilienza. Le misure stanno funzionando fin qui ma ci stanno preoccupando – e hanno preoccupato anche gli esperti – quelle situazioni di assembramenti dei giorni scorsi. Faremo qualche intervento aggiuntivo”. Lo dice il premier Giuseppe Conte nel corso della registrazione di “Accordi&Disaccordi” in onda sul Nove stasera alle 21:25.
Ci sarà un lockdown come in Germania? “Abbiamo fatto delle ipotesi, ma ci stiamo confrontando. Oggi mancava anche la capodelegazione di Iv, Teresa Bellanova, impegnata in Europa” ha aggiunto Conte. “Non ritengo di aver sbagliato il piano” per la seconda ondata “ma bisogna essere flessibili e non bisogna trovarci sopraffatti dalla terza ondata – ha aggiunto – l’aspetto dei morti mi preoccupa sempre fortemente. È difficile dare un’unica risposta. Può contare che abbiamo una popolazione con una soglia anagrafica molto elevata, ci sono tanti fattori. E ci stiamo lavorando, bisogna farlo per essere massimamente efficienti per prevenire questi numeri”.
Ma quali saranno le misure? O tutta Italia zona rossa nei festivi e prefestivi o un’unica zona arancione dal 24 dicembre al 6 gennaio. Con controlli stringenti lì dove ci sono gli spostamenti: stazioni, autostrade, aeroporti. Insomma, il Governo lavora a una stretta rispetto a quanto inizialmente prospettato da Dpcm e Dl dei giorni scorsi. Quel che è certo che c’è una spaccatura tra rigoristi e chi vuole norme più morbide, come lo stesso Conte.
Parlando di eventuale zona rossa, riguarderebbe tutta l’Italia dal 24 dicembre al 6 gennaio anche se il compromesso più probabile prevede un’Italia rossa dal 24 al 27 dicembre e dal 31 dicembre al 3 gennaio. Sarebbe vietato ogni spostamento, non solo in entrata e in uscita dalla propria regione ma anche all’interno del comune di residenza, salvo comprovate esigenze lavorative, motivi di salute o situazioni di necessità. E sarebbero chiusi tutti i negozi, tolti alimentari, farmacie e servizi necessari. Chiusura anche per ristoranti, bar e similari. Attività motoria, “in prossimità della propria abitazione” o attività sportiva “in forma individuale”.
Qualora si optasse per la zona arancione, questa varrebbe dalla vigilia di Natale alla Befana o, in alternativa, nei giorni prefestivi, vale a dire il 24, il 31 dicembre e il 2 gennaio. Le misure previste in questa fascia consentirebbero di bloccare comunque gli spostamenti all’esterno del proprio comune e di chiudere bar e ristoranti ma resterebbero aperti i negozi.
Controlli stringenti, poi, nel prossimo weekend: le forze dell’ordine, coordinate dal Viminale, stanno già preparando il piano poiché è previsto un forte flusso di persone.
Conte, nell’intervista in onda a breve, fa un accenno anche alla scuola: “C’è un grande lavoro per tornare il 7 gennaio con la didattica in presenza. Abbiamo organizzato dei tavoli con i prefetti per cercare di incrociare, rispetto alle realtà locali, i dati dei trasporti e degli orari di entrata e uscita per evitare degli orari di punta”.
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Tutti i dati sono in miglioramento da 1 mese. Le terapie intensive sono al di sotto del 25% a livello nazionale.
Il Lazio non ha mai avuto particolari problemi, tanto che nel 2020 sono morte 600 persone in meno rispetto al 2019.
Non si capisce per quale motivo si dovrebbero inasprire le restrizioni. Già oggi, a causa delle durissime restrizioni, i locali sono chiusi alle 18 e si è costretti a non uscire di casa dopo le 22. Eppure l’aria aperta è la migliore medicina contro qualsiasi virus.
Ogni volta che aumentano le restrizioni, aumentano i contagi.
Ogni volta che si riducono le restrizioni, si riducono anche i contagi: accade così da 10 mesi.
A Rieti le restrizioni devastanti che durano ormai da 10 mesi stanno ammazzando l’economia già martoriata dal terremoto 2016.
NOn ce la facciamo più: economicamente, socialmente, psicologicamente.
La malattia è ormai curabile: idrossiclorochina, eparina, antinfiammatori, plasma iperimmune, alte dose di vitamina C e D3 e altro ancora.
Occorre riaprire gradiualmente tutte le attività ecoomiche e sociali.
Qualcuno si è chiesto perché nel 2020 i morti in tutto il mondo, stando ai dati disponibili nei primi 10 mesi, dovrebbero ridurisi dei molte decine di migliaia rispetto ai morti 2019 ? Facciamo fallire il mondo intero a causa di una RIDUZIONE di morti ?