Secondo la Legge ogni regione deve dotarsi di propri Piani di coordinamento per quanto attiene la realizzazione di forni crematori che devono peraltro essere costruiti all’interno dei confini cimiteriali e sono di gestione comunale. La Regione Lazio ne è ancora priva. La L. 130 del 30 marzo 2001 stabilisce, oltre alla posizione dei forni crematori e la competenza dei comuni, come singoli Enti o in forma associata, che le Regioni debbano dotarsi di un Piano di coordinamento entro 6 mesi dalla data di entrata in vigore della suddetta Legge.
Lo spiega Silvia Blasi portavoce consigliere alla Regione Lazio per il Movimento 5 Stelle che specifica: “nel Comune di Borgo Velino in provincia di Rieti è stata avanzata la proposta di costruire un forno crematorio nonostante la zona sia un piccolo gioiello ambientale e agricolo col rischio, se fosse attuata, di svilire, di fatto, le sue produzioni di pregio (tra cui le castagne). Il comune conta meno di mille anime e la proposta, motivata dal fatto che sono sempre più numerose le persone che scelgono questo tipo di inumazione e ovviamente che vi sarebbe un tornaconto economico per il comune, è osteggiata dall’Associazione ‘Centro sociale noi…insieme aps’ che ha promosso una raccolta firme e presentato una formale richiesta di ritiro della Deliberazione comunale (13/2020 del 4 marzo 2020)”.
“Perciò”, conclude Blasi, “alla luce della legge suddetta, ho presentato a mia prima firma, una mozione per chiedere alla Regione di ottemperare alla norma dotandosi del Piano di coordinamento e di sospendere fino a quel momento ogni autorizzazione di competenza per la costruzione di forni crematori su tutto il territorio regionale”. “Come rappresentante del territorio ho raccolto le istanze della cittadinanza di Borgo Velino preoccupata per l’eventuale realizzazione di questo forno crematorio” dichiara Gabriele Lorenzoni, portavoce alla Camera dei Deputati “ed insieme a Silvia Blasi, che ringrazio per l’intervento in Regione, stiamo cercando di evitare che un vuoto normativo possa aprire alla proliferazione incontrollata di queste opere”.
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