(ch.pa.) La Fondazione Varrone, con il suo primo evento in streaming, allarga il tavolo del confronto lungo un asse ideale tra Toscana, Lazio e Lombardia. Un pomeriggio orientato a comprendere cosa ne sarà di questo Paese dopo la Covid19. Ai “tre saggi” Cardini, De Rita e Guzzetti, il compito di indicare la via, di spiegare come ripensare il “dopo”, come interpretare il virus in prospettiva sociale, tenendo conto dei cambiamenti che esso stesso ha generato e dei quali, le Fondazioni, sono osservatori privilegiati. Povertà, disorientamento e stanchezza sono la semeiosi di questo male.
“La storia insegna ma non stiamo a sentirla”, ha commentato il medievista Franco Cardini, ciechi come Tiresia ci è dato solo di razionalizzare il passato ed usarlo come lente di ingrandimento del futuro: “ragionare e organizzare la logica degli avvenimenti, legare i dati tra loro” per non cadere al di là della linea del panico.
“Uno shock che dura un certo numero di mesi e poi si riparte”, così lo ha definito il sociologo Giuseppe De Rita e si riparte dai soggetti, dalle persone: “Ogni progetto di sviluppo è fatto da soggetti dei quali, purtroppo, Rieti è povera.”. Vent’anni di filosofia del “vaffa” hanno ucciso le relazioni, quelle che hanno spinto, nel tempo, i cittadini ad associarsi difronte alle necessità e alle carenze. Una rete che va conservata pur se in crisi, altrimenti, “il futuro sarà più drammatico del presente”, conclude tranchant l’avvocato Giuseppe Guzzetti che ha poi proseguito: “C’hanno insegnato che il mercato avrebbe risolto tutti i problemi ma non è così”.
LA PAGINA DELLA FONDAZIONE DOVE RIVEDERE L’EVENTO
Foto: RietiLife ©