La necessità di promuovere il concetto di prevenzione anche tra gli uomini ha spinto la LILT (Lega italiana per la lotta contro i tumori) a lanciare dal 23 al 30 novembre una campagna denominata PERCORSO AZZURRO – LILT FOR MEN , che ha visto l’Associazione reatina in prima fila sul piano dell’operatività e della propaganda come spiega il suo presidente dr. Enrico Zepponi, molto interessato alla Medicina di genere in oncologia.
Perché questa campagna?
“La medicina di genere, o meglio la medicina genere-specifica, consiste nello studio dell’influenza del sesso sulla fisiologia e sulle malattie che colpiscono sia gli uomini che le donne. Differenze tra i sessi, infatti, si osservano nella frequenza, nei sintomi, nella gravità di numerose malattie e anche nella risposta alle terapie e nelle reazioni avverse ai farmaci, nonché ai differenti stili di vita. E questo si riscontra anche nella prevenzione tanto che dall’epoca post puberale meno del 5% dei ragazzi al disotto dei 20 anni ha fatto una visita urologica, mentre oltre il 60 % delle loro coetanee si è rivolta almeno una volta dal ginecologo. In conseguenza ecco la campagna di sensibilizzazione della LILT dedicata alle patologie tumorali della sfera genitale maschile che si tiene da 23 al 30 novembre 2020 e che si protrarrà in futuro”.
Quali sono le neoplasie della sfera genitale maschile?
“Le neoplasie “esclusivamente“maschili sono: il tumore della prostata e, seppure più rari, il tumore del testicolo (1-1,5% di tutte le neoplasie del maschio; più frequente tra 15 e 40 anni) ed il carcinoma del pene (1 uomo su 100.000; età media di insorgenza 60 anni). Oggi un uomo su 8 potrebbe ammalarsi di tumore alla prostata nel corso della propria vita. Questo perché l’80% degli italiani non ha mai fatto una visita urologica. I maschi sono restii a sottoporsi a controlli e questo è dannosissimo. Viceversa una diagnosi precoce sta portando negli ultimi anni ad un grande rallentamento. Non bisogna quindi eludere i controlli a partire dai 50 anni di età, così da intercettare per tempo eventuali malattie oppure escludere la loro presenza grazie ad una visita mirata”.
Quindi che fare?
“Limitandoci al tumore della prostata un percorso clinico è il seguente: dosaggio del PSA; esplorazione digito-rettale fatta dallo specialista urologo; ecografia prostatica. Mediante il dosaggio del PSA è possibile ridurre di molto la mortalità cancro specifica, con risultati migliori rispetto a quelli assicurati dagli screening per cancro della mammella o del colon. Tuttavia è necessario indirizzare a fare il dosaggio chi può realmente trarne vantaggio. Le evidenze scientifiche dimostrano che il massimo beneficio si ha tra i 50/55 e i 64 anni. In altre età il da farsi va valutato volta per volta. Quindi: corretto utilizzo del PSA che deve rappresentare uno strumento per “spingere” il paziente ad eseguire un completo inquadramento specialistico. I soci della LILT di Rieti possono usufruire del dosaggio gratuito del PSA (totale e libero) presso il Laboratorio Analisi IGEA, che ringraziamo per la disponibilità, durante tutto l’anno e della visita dello specialista urologo presso il nostro ambulatorio”.
Foto: LILT Rieti ©