Centinaia di striscioni in tutta Italia per rivendicare la libertà degli gli studenti fiorentini e lucchesi che lo scorso 25 novembre sono stati sottoposti agli arresti domiciliari per un semplice volantinaggio.
“Una sanzione senza precedenti – inizia la nota del responsabile nazionale del Blocco Studentesco, Sergio Filacchioni – che ancora una volta ci ricorda che in Italia conta di più il capriccio che la giustizia vera e propria. Senza precedenti perché pone sullo stesso livello un volantinaggio, seppur movimentato, con un reato penale che va dai tre ai quindici anni di reclusione. Un insulto alla decenza perpetrato contro dei giovani studenti la cui unica colpa è stata lanciare dei volantini di protesta contro questo governo”.
“Reato politico? – continua la nota – Evidentemente ad essere lesa dall’azione dei giovani militanti del Blocco Studentesco non è stato un ‘corpo amministrativo’ ma l’immagine politica di un preside, Alessandro Giorni, candidato con i dem alle ultime elezioni amministrative a Prato e membro della segreteria politica del Partito. Una persecuzione in atmosfera da repubblica delle banane, e un accanimento senza scrupoli in aria di vera e propria intimidazione politica. È questo il vostro Stato democratico? Uno stato dove il capriccio di un politicante e la solerzia di un magistrato possono mettere in arresto e sotto stato d’accusa dei liberi studenti. Uno stato dove un governo d’intesa può rinchiudere i cittadini in una gabbia di restrizioni fisiche e psicologiche, mentre getta lo scorsoio intorno al collo dei lavoratori”.
“Invitiamo – conclude la nota – tutti gli studenti, tutti i personaggi pubblici, tutti i giornalisti che hanno ancora a cuore la libertà di gettare luce sul misfatto giudiziario di Firenze, dove giovani ventenni stanno scontando sulla loro pelle cosa significa essere opposizione, e lo stanno facendo anche per tutte le voci libere di questa Nazione che in questi mesi si sono opposte al governo. Non c’è da esultare: ciò che è successo a Firenze è un precedente che mette a rischio tutti coloro che la pensano diversamente. Auspichiamo che i ragazzi del Blocco Studentesco siano un esempio: perché ci ricordano che la libertà è un dovere.
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