Il Direttore dell’Unità Operativa Complessa dell’Oncologia Medica della Asl di Rieti Anna Ceribelli risponde alle polemiche politiche e non degli ultimi giorni e in ultimo ai consiglieri Andrea Sebastiani, Giosuè Calabrese e Roberto Casanica che avevano sollevato la questione della “chiusura” del reparto di Oncologia del De Lellis. I tre avevano espresso preoccupazione, oltre che per il “trasloco” di Chirurgia e sollevato la questione Oncologia, anche per la Radioterapia (“Previsti lunghi lavori e chiusura” hanno detto), su cui però Asl non ha risposto al momento. E c’è da dire che pur garantendo i servizi, Asl non chiarisce se il reparto Oncologia sia chiuso o meno, parlando però di Day Hospital.
“Nell’ambito della riorganizzazione dell’Ospedale De Lellis di Rieti dovuta alla grave emergenza Covid-19, ogni trattamento Oncologico è garantito e mantenuto con l’elevato livello clinico-assistenziale che lo ha sempre caratterizzato – dice Ceribelli – Pertanto l’accesso alle cure (infusioni di chemioterapia, immunoterapia, target therapy, terapia biologica, visite ambulatoriali, terapie di supporto, gestione della tossicità, supporto trasfusionale, accertamenti diagnostici invasivi e non invasivi, rivalutazioni radiologiche) non sta subendo e non subirà alcun rinvio o ritardo tutto ciò è garantito dal potenziamento dell’attività in regime di ricovero di Day-Hospital”.
“L’offerta clinico-assistenziale per il paziente Oncologico complesso che necessita di ricovero ordinario è garantita da una gestione multidisciplinare con il supporto di un’equipe integrata e multi-specialistica (cardiologo, internista, pneumologo, geriatra, oncologo, nefrologo). Tutte le nostre energie sono ora più che mai volte a salvaguardare l’equilibrio psico-fisico dei nostri Pazienti resi ancor più fragili dall’emergenza COVID in corso” aggiunge Ceribelli.
“Non è la collettività che richiede un chiarimento – dice Ceribelli – non sono i pazienti che richiedono cure, non è il cittadino che manca di assistenza, non sono le cure che difettano, non è il personale che manca di impegno ne’ di disponibilità; e’ che coloro che in una situazione di stress sociale dovrebbero difendere l’interesse di tutti, guarda a piccole disfide di bottega, e’ che prevale il sensazionalismo della discriminazione al riconoscimento della sofferenza e del sacrificio, e’ che fa audience la diffusione di notizie false e tendenziose quando la cittadinanza e’ disorientata dalla paura, e’ che si denunciano inefficienze per ottenere privilegi, incompetenze per ottenere vantaggi, e’ che si minaccia di ricorrere alla magistratura e alle forze dell’ordine per alimentare e attirare l’attenzione, e’ che si sparge intolleranza e aggressività tramite chiacchiericcio incompetente e superficiale. Personalmente, oggi, non ho la forza di controbattere alla vigliaccheria, non e’ il momento, per me, di dimostrare quanto sono inconsistenti, ingiustificate e superficiali le critiche mosse, non ho le risorse per affrontare i detrattori, non ho il tempo per scrivere e rispondere a tono alle allusioni … mi dispiace. Quando tutto questo sarà finito e i delatori saranno evaporati spero che qualcuno mi supporti nel disegnare un modello assistenziale diverso: quello attuale, loro i delatori, non se lo meritano” conclude con uno sfogo il direttore.
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