(di Valentina Fabri) Come ogni anno, immancabile, arriva la polemica sulle luminarie per il Natale. Quest’anno, forse a maggior ragione, visto il particolare momento che stiamo vivendo. I commercianti, per bocca della loro guida Leonardo Tosti, si stanno organizzando per rendere più luminosa la festa più attesa dell’anno. Più luminosa e anche costosa visto che arredi urbani, lampadine e tappeti rossi che verranno stesi lungo le vie dello shopping costeranno quasi 40 mila euro. Una bella spesa che stride con il momento che stiamo vivendo.
Il progetto, è bene precisarlo, è privato e il Comune sarà coinvolto solo “marginalmente”. Insomma neanche un centesimo graverà sui contribuenti. L’iniziativa, stando così le cose, è da sostenere perché come dice il presidente di Confcommercio Rieti “un Natale senza luminarie mette tristezza e in questo momento abbiamo bisogno di tutto tranne che di essere tristi”. Apprezzabile anche lo sforzo economico che gli esercenti reatini faranno in questo momento storico che li vede più di altri penalizzati dalla crisi. “Le luminarie invoglieranno i reatini ad uscire e a fare acquisti” ha detto Tosti.
Probabilmente è così ma bisognerà capire quanto i reatini avranno la possibilità (e voglia) di spendere con la disoccupazione che sfiora il 12% e la maggior parte dei lavoratori in cassa integrazione. In questi giorni, sull’opportunità di spendere tanti soldi per illuminare il Natale si è anche espressa Italia Viva che ha invitato a donare quei soldi alle famiglie più bisognose e a festeggiamenti più sobri anche per rispettare il dolore di tante famiglie reatine in lutto a causa del Covid. Al netto delle polemiche pensiamo che ognuno debba fare il proprio mestiere. E allora ai commercianti il compito di stimolare i clienti a comprare con iniziative nel segno della tradizione e alla politica locale quello di cercare di risolvere davvero i problemi andando oltre gli appelli che sanno tanto di retorica perché Rieti la crisi economica la sta vivendo da almeno 10 anni.
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