Commercio e rischio usura. I numeri che fanno preoccupare

(di Federico Ducco – da RietiLife Free Press) La riduzione dei volumi d’affari, insieme alla mancanza di liquidità e alla difficoltà di accesso al credito, cui si aggiungono le complicazioni nella gestione delle normative sanitarie, stanno mettendo in ginocchio il mondo delle imprese. In primo piano c’è il mancato accesso a nuovi finanziamenti che spingono molte aziende a esporsi al mondo della criminalità. Per Confcommercio è una vera emergenza.

L’associazione ha rilevato che sono ormai circa 40 mila le attività in Italia a rischio usura, “un fenomeno che risulta in crescita grazie alla crisi provocata dalla pandemia che ha aumentato l’esposizione delle imprese ai fenomeni criminali”. E l’analisi dell’Ufficio Studi Confcommercio sulla percezione dell’usura tra le imprese del commercio e dei servizi viene confermata anche nel Reatino “anche se in misura più contenuta ma il pericolo è reale – sottolinea il presidente di Confcommercio Rieti, Leonardo Tosti – Abbiamo bisogno di aiuti più efficaci e indennizzi a fondo perduto per ridare ossigeno alle attività che stanno pagando il prezzo maggiore della crisi”. In generale, secondo l’analisi dell’Ufficio studi di Confcommercio, i problemi che le imprese lamentano sono la perdita di fatturato (per quasi il 38% degli imprenditori) e la mancanza di liquidità che, insieme alla difficoltà di accesso al credito, rappresenta un forte ostacolo all’attività per il 37% delle imprese. Dal 2019 ad oggi è quasi raddoppiato il numero di imprese che non ha ottenuto il credito richiesto risultando, pertanto, sempre più esposto al rischio usura. Dunque non deve sorprendere se negli ultimi sei mesi è aumentato il numero di imprenditori che ha chiesto un prestito a soggetti fuori dai canali ufficiali (14% contro 10%).

Foto: RietiLife ©

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