Pubblichiamo l’analisi di Nome Officina Politica sul “Disallineamento dati covid”
NOME Officina Politica in ripetute occasioni ha posto con forza il tema della trasparenza e della qualità della raccolta dei dati sulla pandemia Covid19. Già da Aprile 2020, sottolineava alcune incongruenze tra i dati comunicati dalla ASL di Rieti e le risultanze del Dipartimento di Epidemiologia della Regione Lazio o i dati dal Ministero della salute e della Protezione Civile, con una notevole sottostima dei casi rispetto a quanto riferito dalla ASL.
Ancora oggi osserviamo una curva di crescita del contagio “reale” inferiore a Rieti rispetto ad altre province vicine (salvo riscontrare un indice Rt più alto), comunque con un numero di casi ben superiore ai dati riportati nei report regionali; abbiamo osservato tra ieri 11 ed oggi 12 Novembre la situazione in cui vengono riferiti dalla ASL locale, tutti insieme, oltre 220 positività “di recupero” su tamponi passati, che rappresentano un incremento di oltre il 16% dei casi attivi nella provincia (!!!).
Queste premesse, per sottolineare che, ancor più in questo momento, una corretta comunicazione, basata sull’evidenza dei dati, è quanto mai importante per tenere il filo tra le scelte istituzionali e le profonde conseguenze che hanno sulla vita delle persone; addirittura assistiamo a indagini della magistratura che si interessa sulla attendibilità dei dati trasmessi dalle Regioni.
Il 10 Novembre 2020 il Presidente dell’ISS Silvio Brusaferro ha illustrato il processo attraverso il quale nei prossimi mesi si verificherà lo “stato di salute” dei territori in base al quale verranno poste in essere le misure di contrasto a Covid19.
Tra gli elementi fondamentali, la raccolta dei dati, in termini di “qualità” e confidenza.
Le scelte governative, si ripercuotono sulla percezione della gente: l’esigenza di risposte mirate, meno gravose dei temuti, o all’opposto auspicati ” lockdown” vanno spiegate, anche per far comprendere come i comportamenti individuali incidano nelle dinamiche globali.
Questo “cambio di paradigma” richiede dati pubblici, disaggregati, continuamente aggiornati, ben documentati e facilmente accessibili. Il nuovo sistema di classificazione del territorio nazionale in tre aree di rischio rappresenta un’opportunità, perché comporta un sofisticato sistema di monitoraggio nazionale e quindi genererà, si presume, molti dati di qualità.
Ci chiediamo se i fatti riscontrati nelle nostre indagini debbano ritenersi un fenomeno diffuso; in tal caso, ci troveremmo, anche a livello nazionale, in una situazione ben peggiore di quella rappresentata.
Foto: RietiLife ©