Continuare a fare agricoltura all’interno delle zone adibite alla riproduzione della fauna selvatica allo stato naturale (ZRC) sta diventando impossibile. In particolare nella ZRC Lemme-Pisello, che insiste per diverse centinaia di ettari nei pressi della strada Tuscanese in Comune di Viterbo, per gli agricoltori svolgere la propria attività diviene ogni giorno di più una scelta che richiede coraggio.
Coraggio sia da un punto di vista imprenditoriale, vista la grande probabilità di avere danni catastrofici alle proprie colture, sia da un punto di vista fisico, dal momento che nella Lemme-Pisello non è consigliabile trovarsi lontano da ricoveri che proteggano dal continuo passaggio, anche di giorno, di folti branchi di cinghiali.
“Confagricoltura Viterbo-Rieti sollecita per l’ennesima volta la predisposizione immediata di piani di controllo che possano riportare in equilibrio la popolazione degli ungulati all’interno delle ZRC, ricordando che in tali zone, proprio per la loro funzione, non dovrebbero essere presenti in numero elevato i cinghiali che, cibandosi di tutto, rendono difficile, se non impossibile, la presenza della restante fauna selvatica, in particolare di lepri e fagiani” ha detto Confagricoltura.
“Confagricoltura Viterbo-Rieti ribadisce la sua neutralità sulle modalità di riequilibrio del territorio. Per noi – afferma il Presidente Remo – l’abbattimento o il prelievo sono indifferenti. L’importante è, ripetiamo, contenere la presenza sul territorio, e non solo nelle ZRC, di una specie che è responsabile dell’abbandono di sempre più terreni e produzioni agricole di eccellenza, di sempre maggiori costi per le Regioni, e di sempre più incidenti e vittime sulle strade. Pensiamo sia giunto il momento di decidere cosa vogliamo fare, ricordando che i cinghiali sono animali estremamente prolifici che tendono a raddoppiare la loro presenza sul territorio italiano in breve tempo, e che si calcola in diversi milioni di capi.”
Foto: RietiLife ©